Ordinatio Sacerdotalis: Dio discrimina?

di | 7 Novembre 2024

La Chiesa cattolica ritiene di non poter ordinare donne nemmeno volendo. Può compiere tutti i riti e le esteriorità, può mettere ad una donna casula, camice e stola, persino una mitria, ma nel momento in cui dice “questo è il mio corpo” o “io ti assolvo” lo fa con la stessa autorità mia, ossia nessuna.

Magari ha anche torto, ma è importante notare lo stato mentale: non è che dice “io posso ordinare, ma non lo faccio perché la donna non mi piace”, ma ritiene proprio di non poter ordinare validamente!

Se parlassimo di un semplice ministero umano, un po’ come viene inteso in molte chiese protestanti, certo, sarebbe discriminatorio. Infatti, per quanto sia sciocco negare che come tutta la società la Chiesa abbia lungamente discriminato la donna, sempre più ministeri umani sono aperti alle donne.

Ma se la Chiesa ha ragione e la donna non può subire il cambiamento ontologico che le permette di agire in persona Christi Dio è forse misogino?

Io direi di no, seguendo un semplice ragionamento: se Dio c’è e ha creato la natura, ha già definito delle differenze tra i due sessi.

Io non posso partorire, per esempio. Posso anche fare nove mesi di visite ginecologiche, ricevere un passeggino omaggio dal consultorio, fare le ecografie e andare la notte del parto con la vestaglia e spingere, ma non partorirò. Posso essere padre, certamente, ma non sarò mai madre.

E sono ruoli diversi, per quanto complementari. Mi si permetta anche di dire che quello di madre è più importante e formativo di quello di padre, per quanto ovviamente senza padri saremmo perduti.

Se Dio ha discriminato le donne rendendo tipico del maschio poter agire nella persona di Cristo, qualunque differenza naturale tra sessi è una discriminazione.

In ogni caso, se Nostro Signore vuole farci sapere che è a Lui grato il sacrificio eucaristico fatto da una donna può sempre mostrarsi con un bel miracolo eucaristico in una delle celebrazioni fatte da donne che hanno ricevuto l’ordine. Questo sì che sarebbe un qualcosa che farebbe discutere.

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