Capisco che sia brutto che degli idioti insultino una persona di 90 e passa anni con un passato molto brutto e che tanto può insegnarci. Ma adesso stiamo un pelo esagerando, arrivando a proporre la candidatura di Liliana Segre al Nobel per la Pace.
E Sala si chiede se è possibile. Ma certo che lo è! Basterebbe che un ministro, anche uno di quelli sfigati tipo allo sport, la proponesse. Ma anche un professore associato o ordinario in varie facoltà come teologia, legge, scienze sociali e simili. Le candidature restano segrete per cinquant’anni, ma nulla vieterebbe a chi l’ha fatta di annunciarlo pubblicamente.
Ora, ma avrebbe qualche speranza? Alla fine abbiamo capito che se uno è particolarmente amico di un professore universitario o di un parlamentare potrebbe essere candidato al prestigioso riconoscimento.
Ci sono stati Nobel, come dire… Dati col culo: Aung San Suu Kyi, che alla fine si è rivelata anche lei una nemica delle minoranze e dei diritti umani – e pensare che a rinunciare al Nobel per lei fu Havel – Obama – simpatico quanto vuoi ma non da Nobel -, Arafat, l’Unione europea e probabilmente ne ho dimenticato qualcuno di opinabile.
Ma praticamente tutti i premiati hanno effettivamente fatto qualcosa nel campo della pace mondiale o almeno regionale, o quantomeno sono stati dissidenti oppressi. Liliana Segre, beh, no…
Non ha nemmeno fatto un’opera di divulgazione internazionale sull’Olocausto tale da giustificare il premio. Esistesse una “Medaglia italiana per la pace” ci starebbe, ma con tutti i conflitti aperti, i riavvicinamenti diplomatici, gli accordi , i mica accordi e via così, beh, io e Liliana Segre abbiamo un po’ le stesse probabilità di vincere il Nobel.