Chi mi conosce sa che mi piace il Liechtenstein. E soprattutto il suo principe.
Che, chiariamo subito, non intendo esteticamente. Sì, è bello il Liechtenstein, però sarebbe come dire “mi piace Corsico”: Bel paesino, per carità, ma calma. E poi Giovanni Adamo è un bell’uomo, ma non è il mio tipo.
Ma, oltre al fatto che funziona dannatamente bene, perché mi piace il Liechtenstein?
Perché è un enorme “vaffanculo” alle Nazioni. Il Principe è austriaco (sì, per il governo austriaco ha anche la cittadinanza) e dice chiaro e tondo che la terra se l’era comperata un suo avo, dice di non essere un padre della patria ma un dirigente, l’inno ha la stessa melodia di quello inglese e un testo che avrei potuto scrivere pure io, non c’è nemmeno una corona (o meglio, c’è una riproduzione, ma è in un museo). E soprattutto ad agosto il Principe si fa una birra coi cittadini. Giusto per ricordare cos’è un Paese civile.
Ci sono Paesi che per avere una storia gloriosa si inventano di tutto e di più tanto da risultare ridicoli e poi c’è il Liechtenstein, che ha come massimi eventi storici una caccia alle streghe, quando non era ancora Liechtenstein però, un italiano che era tornato insieme ai loro soldati nel 1800 e un gatto morto messo davanti casa di un tizio durante un acceso dibattito referendario.
Però hanno il PIL pro capite più alto del mondo. E se un comune non si trova bene con le norme può prendere e fare la secessione.
Ecco, io preferirei farmi governare da uno che si è comperato la terra cantando “el cant de la polenta” quando perde la nazionale ma avere uno stato che funziona rispetto ad avere uno stato nazionale che ti racconta di come abbia assassinato il fratello del tuo bisnonno perché bisognava assolutamente “redimere” Salkazzen aus Tirol, ti dà un inno bello (per quanto l’inno italiano sia abbastanza raffazzonato musicalmente) e “la democrazia bella” (che poi fa cagare)
E se credete che sia un modello irreplicabile, beh, consiglio la lettura de “Lo Stato nel Terzo Millennio” 😉