Sotto i post di Repubblica: Ennesimo caso di persona che non vuole affittare ai neri. Che umanamente può anche fare schifo ma se ho un edificio e lo affitto posso anche decidere di affittarlo solo a chi è nato in un comune in Umbria con meno di 25000 abitanti e la cui ultima cifra del CAP sia dispari. Tutto legittimo, visto che non viviamo in uno stato filosovietico (ma poco ci manca) ed esiste autonomia negoziale.
A chi faceva notare questa cosa, che è un qualcosa che si impara in seconda superiore a diritto, veniva risposto:
Sì, ma la costituzione, l’articolo 3 garantisce l’uguaglianza!
Sì, grazie al cazzo, davanti alla legge. Più che giustamente non puoi scrivere in una legge “per fare il medico serve una licenza ma se sei negro non te la diamo”. E non puoi nemmeno discriminare se fai servizio pubblico, prima che qualche compagnia di trasporto decide di fare pagare di più gli extracomunitari per compensare i crimini degli altri (strano che nessuno abbia proposto questa demenzialità, comunque).
Ma nella contrattazione privata discrimini quanto ti pare. Altrimenti un’azienda, paradossalmente, non potrebbe rifiutarsi di lavorare con Paesi dittatoriali in settori che possono danneggiare i cittadini: Pensate se il governo spagnolo va a dire ad una ditta italiana “dacci il software per spegnere Internet quando gira ai servizi”, questa dice “no, col cazzo” e il governo le fa causa perché “eh l’articolo 3 della costituzione”.
Quindi, a meno che sia un comune a dire “affitto solo chi è nato in Svezia da genitori bosini” l’articolo 3 c’entra come i cavoli a merenda.
Ma chi, non pago della spiegazione “for dummies” continuava citando un articolo che vieta alle pubbliche amministrazioni di discriminare. E l’ha portato tre volte. Quando gli è stata postata la smentita per la quarta volta ha sbraitato “razzisti! Vergogna”.
Non capire un cazzo e andarne pure fieri.