Mi spiace per Gino Strada. IMHO, uno che va in guerra a curare la gente fa sempre cosa giusta, per quanto magari non è stato il migliore in quanto a neutralità.
Poi, onestamente, non ho mai concordato con la sua visione di sanità e la ritengo tra il naif e l’incoerente: qualche tempo fa pubblicai un articolo titolato “perché Gino Strada sbaglia sulla sanità”, probabilmente a breve lo ripubblicherò dato che il sito su cui era è stato purgato.
Ritengo, in effetti, molto naif l’idea di “tutti gli ospedali come quelli di Emergency”. Mica siamo l’Afghanistan. Dobbiamo curare gente con patologie croniche, gente che magari ne ha una da quando ha 30 anni, ora ne ha 70 e arriverà a 90. Fare ciò costa, non poco, e richiede una struttura stabile, non di emergenza.
Detto ciò, la figura di Strada è semi-divisiva: alcuni lo odiano (per l’immigrazione, soprattutto), ma in generale è ritenuto poco accettabile criticarlo o questionarlo, specie sulla sanità.
Ecco, quindi, perché dico che l’Italia ha un nuovo santo: da oggi, qualsiasi discussione sulla sanità non potrà che menzionare Strada.
E per aver ragione basterà dire “come disse Strada”. Si parla di metodi di finanziamento della sanità e di acquisto di prestazioni? A cosa servono i dati, gli studi, le informazioni quando basta dire “il privato è male, come ha detto Strada”?
Casualmente, però, vanno tutti al San Raffaele e non a Herat.