Su Wikipedia mi capita spesso di lavorare a voci relative alle strade e sono alle volte sorpreso, e in negativo, da come sono classificate quelle italiane.
Allora, abbiamo l’autostrada, classificazione sia tecnica che amministrativa. E fin qui, ci sta. Se ha segnali verdi e un numero con A davanti e dentro un ottagono, è un’autostrada.
Poi, certo, la gente alle volte usa classificazioni miste che non sono chiare, tipo tangenziale, complanare, Berlusconi o simili, ma pace amen, sta di fatto che sempre Aqualcosa è se è autostrada.
Poi c’è il primo colpo di genio: il raccordo autostradale, non previsto ufficialmente dal codice ma usato.
Una nota sulle classificazioni tecniche…
Ma, prima di tutto, per capirci, una nota sulle classificazioni tecniche: dopo l’autostrada ci sono le due strade extraurbane:
- Principale, le classiche superstrade, a carreggiate separate e velocità massima (usualmente) di 110 km/h, con limitazioni alla circolazione simili a quelle dell’autostrade
- Secondaria, le classiche strade extraurbane locali, massima velocità 90 km/h, spesso ridotta, e nessuna limitazione specifica al transito
Raccordo: la strana bestia
Ecco, un raccordo può essere… tutto! Ci sono raccordi che sono strade extraurbane principali, altri secondarie, altri ancora sono autostrade vere e proprie, altre autostrade decisamente in deroga…
Ad esempio il RA7 Pavia-Bereguardo (classificato anche A53) è un’autostrada normale (dopo adeguamenti), con due corsie per senso di marcia e banchina pavimentata a destra, ma ha segnali contraddittori, con segnale di inizio e fine autostrada, progressioni chilometriche verdi ma segnali… blu (da strada extraurbana).
Il RA8, Ferrara-Comacchio (percorso molte volte) è davvero poco più che una strada extraurbana, senza nemmeno una banchina a lato, ma è classificato come autostrada, dall’ente almeno. Bah.
Poi c’è il RA4, di Reggio Calabria, insieme al RA16, a Pordenone, che ha il segnale RA in blu, cosa rarissima, anche per i RA che sono extraurbane semplici.
Ma è il RA6 ad essere il più interessante… Collega Perugia all’A1, passando per il senese.
Nella tratta toscana è una extraurbana secondaria, ha le carreggiate divise ma nessuna banchina (e le restrizioni al transito delle principali), mentre in quella umbra è una extraurbana principale.
Nonostante ciò, la tratta toscana ha avuto PRIMA di quella umbra i cartelli verdi autostradali.
Insomma, una classificazione un po’ a casaccio, usata da chi gestisce le strade. Yay!
Il decentramento dei nomi che fa imbestialire
Ora, la classificazione tecnica italiana è sensata, vi stupirà sentirmi lodare l’Italia. Alla fine è simile a quella di altri paesi, ad esempio in Cechia ci sono:
- Autostrade
- Strade di prima classe (carreggiate separate, limiti alla circolazione ecc.)
- Strade di seconda classe (singola carteggiata, nessuna limitazione di rilievo ecc)
- Strade di terza classe (strade locali, solitamente chiamate per nome e non per numero).
In Cechia non c’è la classificazione “territoriale”: non viaggiate sulla Strada Regionale YY, ma sulla Strada di seconda classe XXX, con il numero che è unico in tutto il paese (per quanto sia diviso in zone, più il gruppo del 500, in precedenza riservato alla Slovacchia, riciclato per alcuni casi specifici).
In Italia, invece, c’è: ci sono strade statali, regionali e provinciali. E, secondo me, ha anche senso: ti dà un’idea della natura della strada su cui viaggi, del traffico che porta e cose così: una statale dovrebbe collegare insieme zone di importanza nazionale, come le grandi città, gli aeroporti e le frontiere, le strade regionali dovrebbero collegare i centri più importanti della Regione e le provinciali dovrebbero, appunto, collegare le varie zone di una provincia.
Logico, no? E fino al secolo scorso era così. Poi, tra il 1998 e il 2001, c’è stato il decentramento. Un’ottima cosa, sia chiaro, come ben sappiamo il federalismo è assolutamente necessario e non c’è nulla di male a delegare le cose agli enti locali.
Solo che non ha senso che da chi possiede la strada derivi la classificazione! Eppure le Regioni hanno largamente fatto così: prendevano in gestione una strada statale e le cambiavano nome rendendola strada regionale. Ancora peggio, molte Regioni non hanno la concezione di strada regionale, e quindi son diventate provinciali.
Pensate alla strada Padana Superiore: nel 2021 è quasi tutta tornata all’ANAS, tranne alcuni rami specifici: prima era una strada regionale e SEI provinciali tra Lombardia e Veneto. Non che ora la situazione sia migliore, dato che è una statale, una provinciale a Vercelli, una a Brescia e una regionale in Veneto.
Paradossalmente, potreste prendere una strada extraurbana principale, due corsie per senso di marcia, banchina esterna bella larga, illuminazione e 110 km/h di limite e passare tre province (e tre strade provinciali) e poi immettervi in una extraurbana secondaria infernale, lunga 7 km e limite a 60 km/h, che collega due paesini e si raccorda con la superstrada che è classificata come statale perché ANAS non ha mai passato la gestione alla Regione.
Ecco, a me sembra assurdo. E penso che così sia per tutti, dato che nessuno usa le varie denominazioni “SP ex SS taldeidali” ma dicono tutti “la SS blablabla”. Ha molto più senso considerare la strada come unicum che nelle sue varie articolazioni locali.
Quindi, mi chiedo, che valore aggiunto dà all’utenza classificare la strada per chi la gestisce? Cosa importa all’automobilista sapere che la strada su cui sta viaggiando da 300 km perché collega mezza Italia è gestita dalle province mentre che la stradina che lo porta alla funivia è statale, se non per smadonnare quando c’è una buca?
Non sarebbe molto più utile classificare le strade nella loro interezza per il servizio che fanno e, al massimo mettere un cartello di inizio competenza? Roba del tipo:
Strada Statale XYZ (Milano – Firenze)
Inizio Competenza Provincia di Piacenza
Strada Provinciale XYZ (Caravaggio – Treviglio)
Competenza ANAS
Che dà due informazioni utili:
- Ambito della strada
- Competenza
Invece di una pisciata sul segnale per dire chi la possiede