Solitamente, nel mondo occidentale, le donne sono più progressiste degli uomini. l’Italia, invece, sembra un’eccezione: le donne sono più conservatrici.
La ragione sta, a mio parere, in quella che chiamo “sindrome della massaia”. Cos’è?
Prima di tutto, bisogna capire perché le donne sono solitamente più progressiste. E penso che sia legato alla loro natura più empatica: il ruolo materno è, appunto, loro. Quindi, solitamente, ai maschi frega meno dei poveri, dei gay, delle minoranze e così via, mentre le donne son più interessate, portandole a votare politici che noi riteniamo progressisti.
Ovviamente, parliamo di fenomeni in linea di massima: molte donne molto note in politica, come la Thatcher o la Merkel, erano proprio l’inverso!
Ebbene, la questione è una: in Italia le donne sono poco indipendenti. Poche lavorano, ancora meno hanno successo. Ovviamente la colpa non è del PATRYARKADO, ma del fatto che l’Italia è un paese derelitto, morto, e che a malapena riesce a dare lavoro a chi tradizionalmente lo ha, ossia gli uomini, figuriamoci trovare nuovi spazi.
Comunque, in un caso del genere, con le donne che tendenzialmente stanno a casa, esiste un modo migliore di usare questo sentimento di empatia materna: con la “difesa della società e della famiglia”.
Ossia, dato che la donna tendenzialmente non è indipendente, si tutela ciò che le sta a cuore: i figli, il marito, i nipoti…
E il modo migliore di farlo è con il paternalismo, ossia considerare lo stato come un’estensione della famiglia e viceversa: no alla droga, no all’alcol, no alle pubblicità brutte, noi ai videogiochi violenti, no alle battone e così via.
E questa è una cosa associata al conservatorismo di destra, per quanto in Italia anche i nipoti di Bombacci della sinistra ne facciano ampio uso…