Minare cripto sui siti web non era male, se fatto bene

di | 4 Gennaio 2022

Qualche anno fa provai uno dei sistemi per guadagnare qualcosa minando sui computer dei visitatori: ovviamente era tutto realizzato in modo etico, era esplicitamente scritto che si minava, si poteva selezionare quanto minare e anche disattivarlo, in tal caso però si veniva invitati a fare una piccola donazione.

L’idea di base era, a mio parere, intelligente: invece di invasive pubblicità si dona una piccola parte della propria potenza di calcolo al creatore dei contenuti, eliminando tra l’altro l’intermediazione dei network pubblicitari, che in un certo senso decidono vita, morte e miracoli della Rete: con un sistema del genere io posso aprire un blog oggi e iniziare a guadagnare qualcosa domani, senza dover attendere anche anni per essere accettato da qualche network, né dover cercare sponsorizzazioni con aziende o enti, né dover trovare lettori fidati disposti a donare. E contando che in alcuni settori molto ridotti anche con la pubblicità si fa poco, poteva essere un buon sistema, che premiava l’autore in base ai lettori e basta e non al volere dei pubblicitari.

Il problema è che le piattaforme dell’epoca erano… fin troppo aperte. Se io prendo gli script di Computer Blog di AdSense e li metto da un’altra parte Google mi sega le gambe, con Coinhive non c’era praticamente alcun controllo, io ottenevo una chiave e potevo usarla sul mio blog, sul mio sito o anche su N siti violando il loro hosting e inserendo in tutti uno script. Leggetevi questo interessante articolo per vedere quante ne han combinate…

Così, CoinHive e compagnia allegra son stati dichiarati malware, e alcuni antivirus bloccavano anche Computer Blog, alcuni poi lo tolsero dalla block list dopo le mie rimostranze sull’eticità del mio uso, e poi CH venne chiuso.

Guadagnai pochi centesimi di Euro, che nemmeno mi arrivarono, visto che venne chiuso prima che arrivassi alla percentuale per esser pagato.

In effetti, un sistema del genere, oltre che garantito verso l’utente, ossia con verifica dei siti, una chiave per sito, verifica di legittimità e appartenenza, controlli casuali (o meno, in caso di sospetti) sui siti con blocco se si notano attività a rischio, dev’essere garantito verso i webmaster: uno dev’essere certo di installare un qualcosa che poi paga, non che chiude o che è uno scam e si tiene tutto…

Forse, è questa la cosa che rende molto difficile il tutto.

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