Qualche anno fa la pirateria audiovisiva sembrava praticamente morta. Non penso di esagerare: la musica si ascoltava da YouTube o da Spotify gratis o per poche lire, e i film? Che senso ha sbattersi per piratarli, guardandoli a definizioni ridicole, rischiando di prendere malware o di scaricare per errore un porno slovacco, il tutto mentre si riempiono in poche settimane hard disk da 200€ quando con una decina di euro guardi tutto ciò che vuoi?
Poi, però, il capitalismo ha fatto ciò che il capitalismo fa e varie altre aziende hanno aperto i propri servizi di streaming: Amazon Prime Video (per quanto dubito che la gente si faccia prime solo per quello…), Disney+, NowTV e chi più ne ha più ne metta, tutti col loro bravi costo mensile.
Tuttavia, a differenza della concorrenza classica, dove si compete per fornire servizi comparabili, con film e serie TV hai dei diritti esclusivi, e quindi scegliendo una piattaforma hai accesso al suo catalogo e basta, catalogo che nel tempo cambia.
Vuoi tutto? Devi acquistare tutti i servizi!
Qualcuno direbbe che è un fallimento del libero mercato, qualcun altro che è la dimostrazione che la proprietà intellettuale non dovrebbe esistere, ma in un sistema del genere più piattaforme ci sono, più aumenta la pirateria!
D’altronde, non è che se voglio vedere “Rocco Invades Poland” Netflix me lo offre con le ragazze più prosperose, Prime me lo ambienta nel deposito Amazon e Disney+ accorcia digitalmente il pene degli attori per alzare autostime: se prendo Netflix vedo Rocco, se prendo Prime no.
Moltiplicatelo per decine di film e diventa chiaro perché la pirateria è tornata vantaggiosa…
Per di più, piratare è sempre più facile, sia normalmente (esistono sempre più siti di streaming), sia con piattaforme per “esperti” (Jellyfin+Deluge non è mica difficile da installare), sia come servizio (10€ per film, serie TV e liveTV contro 60€ tra Sky, DAZN e streaming…), leggasi pezzotto.
Quella contro la pirateria, nei fatti, è una lotta contro i mulini a vento che non verrà mai vinta, così com’è da decenni. Un po’ di tutela della proprietà intellettuale ci sta, ad esempio a livello aziendale, ma pretendere di fermare la pirateria è come pretendere di fermare le barzellette per dare lavoro ai barzellettieri…