Non ho mai seguito Technoblade, ma guardate questo video. Morire è purtroppo naturale, farlo a 23 anni meno. Così come non è bello vedere un padre devastato da questo avvenimento ma, soprattutto, dal percorso: momenti duri, con scelte e eventi brutti. Non dico che sia bello perdere una persona cara, soprattutto un figlio, all’improvviso, ma se con un fulime devi affrontare la morte in casi del genere devi affrontare tutto un percorso, il tutto con la certezza che finirà in quel modo. Una cosa psicologicamente molto pesante.
In ogni caso, una cosa molto bella è stata la reazione della Rete, sin da quando ha annunciato la sua malattia: vari Youtuber hanno iniziato a raccogliere denaro da indirizzare alla ricerca, seguiti poi dai propri fans, ad esempio. Alla notizia del decesso vari videogiocatori hanno interrotto la propria attività per onorare lo youtuber con pratiche simboliche, una cosa che sicuramente non è nuova, è da anni che a morti reali corrispondono eventi virtuali, derivanti non dalla convenzione sociale, ma da sincero dispiacere e interessamento. Poi, dopo, praticamente tutta la community ha scritto, filmato o fatto qualcosa. Perché giocare è bello, ma in certi casi proprio non riesci a farlo. Anche se nessuno ti giudica male se lo fai.
Certo, quelli de “l’Internet è un brutto posto, c’è i pedofili, i terroristi, toglie il mondo reale ai pampini”, ossia quelli che aspettano quasi con gioia un funerale giusto per poter mettere l’abito buono e fare a gara a chi fa finta di essere più triste, possono dire quel che vogliono, ma nei fatti la Rete è molto migliore di chi la odia. Proprio perché tante persone sono buone, vogliono esprimere buoni sentimenti e non son legate da convenzioni sociali tendono a far davvero del bene.
E proprio perché la Rete è mediamente virtuale la notizia di una morte reale è un qualcosa che davvero lascia il segno sugli internauti. Ma soprattutto ci ricorda una cosa: non siamo eterni, mentre la Rete lo sembra.