Quando ero più giovane i dispositivi elettronici portatili esistevano: tablet, netbook e anche qualche smartphone. Ciò che mancava era la connettività: i miei genitori avevano piani decisamente non flat, quindi non si poteva parlare di hotspot, l’accesso “libero” a Internet l’ho visto col mio primo smartphone, ossia in prima superiore.
Mi ricordo, ad esempio, che quando andavo da mia nonna, nel giardinetto pubblico, c’era una rete wireless aperta, cosa che mi permetteva, quando non avevo nessuno con cui giocare, di andare col netbook a leggere roba da nerd: siccome la qualità della connessione era… meh leggevo soprattutto siti leggeri, tipo quello di Paolo Attivissimo (già all’epoca c’era qualche sito più pesante ahaha).
Oppure, quando ero in vacanza, di Wi-Fi non se ne parlava e bisognava trovare le reti aperte, che alle volte c’erano in qualche bar. Roba che, magari, ti connettevi a Internet due volte in tutte le vacanze!
Un anno, invece, avevamo una rete aperta attaccata alla casa affittata, un po’ lenta, ma con cui si poteva giocare online… A Frozen Bubble! Ovviamente, su un netbook eeePC con Xandros.
Comunque, quando magari andavo ad accompagnare mia nonna in qualche ospedale per una visita, dove ovviamente il Wi-Fi non c’era, mi portavo l’iPad (di prima generazione, un tagliere!) con vari libri – normalmente di informatica – salvati nella libreria. La cosa bella è che, in teoria, funziona ancora quell’iPad, quindi potrei recuperare la libreria (che comunque è backuppata).
Oggi, chiaramente, posso leggere ciò che voglio, on demand, sullo smartphone, per quanto la dimensione non sia delle migliori, oppure posso portarmi il tablet, ma la questione è che essere costantemente connessi è sia una benedizione che una maledizione: magari ti arriva una notifica, la leggi, rispondi, inizi a discutere e perdi tempo. All’epoca, connettersi non era un’opzione, o leggevi o giocavi, a robe tipo Lep’s World. Se c’era qualche notiziona non la leggevi subito su Lombardia Incoeu, o era una cosa enorme che si sapeva per vociare o dovevi aspettare di sentire la radio o tornare a casa e vedere la TV.
Chiaramente, non scambierei mai quest’era con quella di appena dieci anni fa: i vantaggi della connettività ovunque sono semplicemente enormi rispetto agli svantaggi. Ma permettetemi un po’ di nostalgia per quell’era dove essere fuori casa voleva dire essere limitati nella connettività, ingegnandosi in ciò che si doveva fare per passare il tempo.