Tra un mese ci sono le elezioni. Scegliere cosa votare, specie se non si è tifosi della politica ma si ragiona razionalmente, è sempre difficile, tra programmi che in una pagina apprezzi e, appena la giri, ti fanno venire il vomito, candidati impresentabili, nomi che invece si apprezzano, liste belle e brutte, i candidati nei collegi e cose così.
Non amo espormi ma, a mio parere, l’obiettivo di questa tornata elettorale dev’esser sconfiggere la sinistra peggiore di sempre. Parliamo di una sinistra, da intendersi sia come “campo largo da +E a Fratoianni” sia come M5S, che fondamentalmente ha giocato per mesi con le nostre libertà alla stessa maniera con cui i programmatori fanno funzionare i programmi: provando a fare cose finché non imboccano la cosa giusta. Peccato che – almeno al momento – le funzioni non abbiano dei diritti fondamentali, i cittadini si.
Abbiamo una sinistra che si vanta esplicitamente di aver imposto draconiane restrizioni, di aver fatto micromanagenent della nostra vita e di aver istituito un inutile (e se lo ritenete utili siete analfabeti funzionali) coprifuoco, mantenuto ancor più a lungo per non darla vinta a Salvini. E vengono a dirci che se non vincono loro torna il fascismo, come se a militarizzare le strade per multare chi si sedeva su una panchina fosse stata la Meloni. Ah no, erano gli illuminati ministri del PD.
Abbiamo una sinistra che rifiuta anche solo di discutere di nucleare per ragioni ideologiche, per non far piangere quelli che non possono ammettere che a Černobyl ha fallito il socialismo sovietico e non il nucleare e perché, ormai, l’ha bollato come energia delle destre sovraniste.
Abbiamo una sinistra che ha come priorità spendere e spandere, senza coperture. Mentre interi settori vanno a puttane, la loro priorità è pagare di più chi ci lavora o rendere obbligatorie più cose.
Abbiamo una sinistra fondamentalmente centralista, che però ogni volta che ha bisogno di un adulto va a chiamare le regioni, che sia per ripartire dopo il COVID o fare i rigassificatori.
Abbiamo una sinistra che sostiene il taglio dei parlamentari, giusto per cavalcare il consenso facile del “politici porci” per poi rendersi conto che tale taglio riduce la rappresentatività e favorisce così tanto la destra che darebbe loro la possibilità di cambiare la costituzione senza referendum.
Abbiamo una sinistra, a proposito di costituzione, che cambia la costituzione a destra e a manca per inserire cazzate, che propone riforme costituzionali a piacere per ciò che più le piace, ma se il centrodestra vuole fare la stessa cosa grida alla svolta autoritaria. Spesso con una ignoranza caprina, parlando di minaccia alla costituzione dell’autonomia differenziata, prevista… Dalla costituzione.
Ma soprattutto abbiamo una sinistra senza valori. Una sinistra il cui unico pensiero è “sennò vincono le destre”, leggasi la cadrega, e che aggiunge pezzi al programma in base alle necessità. Il PD non crede nei “diritti civili”, li aggiunge solo perchè piacciono ai Radicali, annessi in lista. Così come non crede al matrimonio egualitario, che aggiunge solo per soddisfare una petizione. Nemmeno il M5S con Rousseau è così privo di una coscienza politica.
Non penso, sia chiaro, che sia sempre sbagliato contrattare. Ma lo si fa dopo. Grande coalizione? I partner principali mettono otto punti e quelli minori tre e quello è il contratto. Ma se fai una roba del genere prima vuol dire che non sei una lista politica, ma un comodo traghetto verso un seggio in Parlamento.
Conosco vari elettori PD e son brave persone. Così come nel PD stesso ci sono bravi politici.
Ma dare un voto a questa sinistra è un problema. Se questa sinistra vincesse sarebbe un pessimo segnale, come a dire che le nostre libertà sono in vendita per un “sennò vince Salvini”. Magari vi beccate il coprifuoco energetico perché non è stato esplorato il nucleare, magari vi beccate tre mesi di DAD perché il SSN è stato mutilato in base all’ideologia accentratrice e statalista (sennò vince el Formiga, in questo caso) e non regge ad un’ondata influenzale particolarmente forte.
Votare PD, M5S, AVS e associati vuol dire “sì, grazie, sono stato proprio contento di essere rinchiuso in casa per mesi per dare un segnale di severità e non darla vinta a Salvini”. Vuol dire votare il DPCM e il suo uso a mano libera. Siamo davanti ad un voto pericoloso per la tenuta della democrazia liberale.
Ironico, certo, che quelli che urlano al pericolo fascismo siano più pericolosi e autoritari di quelli che hanno la fiamma del MSI nel logo, ma è così. La Meloni non ti chiude in casa, Letta si. La Meloni non ti fa firmare un foglio per giustificare i tuoi spostamenti allo Stato, Conte si. La Meloni non militarizza le strade per multare chi passeggia di sera, Speranza si.
L’obiettivo delle elezioni 2022 dev’essere fermare e punire dove fa più male, ossia alle urne, una sinistra fondamentalmente autoritaria, statalista, paternalista, che vorrebbe gestire le nostre vite da cima a fondo, dalle cose più importanti ai più piccoli dettagli, usando i nostri soldi per finanziare i suoi elettori, sostituendo al buonsenso e alle esperienze le decisioni di un, solitamente poco sveglio, burocrate romano, magari strappato alla disoccupazione in cambio di un voto.
E ciò si può fare solo votando una delle alternative realistiche: il terzo polo Calenda-Renzi o il centrodestra. O anche entrambi.
A voi la scelta. Meglio turarsi il naso prima che trovarselo nel culo dopo.