I cinghiali e le armi libere

di | 11 Novembre 2022

Quando si parla di accesso più semplice (stile ceco) alle armi da fuoco partono sempre quelli a dire che gnooo, alla violenza non si risponde con la violenza, perché serve solo ad escalare, ci vuole il dialogo, le armi non portano alla pace e tutte le cose che se le dice Orsini sull’Ucraina è cattivo ma se le dice il lib-qualcosa del momento dopo una strage in America è bravo.

Poi leggi notizie del genere, seguite da notizie del genere e ti chiedi una cosa:

Certo, se c’è un violentatore che sta stuprando una ragazza sul treno non puoi sparargli, devi prendere il libro della filosofia del femminismo, leggergli due passi e, se te lo chiede, prestargli un goldone o anche calarti le braghe e mettere la vasella così dopo possa passare da te, così come se ti entra un ladro in casa non puoi sparargli, devi anzi fargli un caffè, chiedergli della sua ragione per delinquere, capirla e offrirti di fargli un bonifico come risarcimento per il capitalismo/lo stato che ha fallito nei suoi confronti.

Ma… UN CINGHIALE… COME VOLETE FARLO RAGIONARE?!

Più animali pericolosi arriveranno nelle città più incontri del genere capiteranno, più persone rimarranno ferite e proprietà saranno danneggiate. Si può credere all’asino che vola e pensare che sicuramente lo stato metterà ovunque guardie forestali e vincerà la guerra al cinghiale (Australia e Cina hanno qualcosa da raccontarvi) oppure si può riconoscere che è meglio che ci sia una persona armata, addestrata e che sa come farlo che possa prevenire il peggio.

Se alla fine bisognerà ringraziare i cinghiali se passa una legge più sensata sul porto d’armi ci sarà da ridere.

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