Se mi cade una pastiglia per terra, francamente, la prendo, al massimo ci soffio sopra e la passo sulla maglia. Parlo da persona generalmente sana, con un sistema immunitario funzionante e non ossessionata dall’igiene. D’altronde, una pastiglia è dura, non è un pezzo di frutta che si sporca, certamente ci salgono sopra dei batteri ma…
Forse è per quello che abbiamo un sistema immunitario? Come se poi tali batteri non arrivassero in alcun modo: mettiamo che mi cade una tachipirina sull’autobus e la butto diligentemente: sulle scarpe ho quei medesimi batteri, entro in casa, mi basta che magari raccolgo una cosa per terra, tocco il pavimento, magari mi prude la bocca e gratto e i batteri me li ritrovo sempre lì.
“Eh, ma sei un voncione” direte: “le scarpe devono rimanere fuori”. Ma a meno che uno le lasci proprio fuori, indovinate un po’… i batteri restano. Senza contare che i batteri sono ovunque: mettete che seguite rigidamente questa tradizione anche da chiunque andiate: prendete batteri coi calzini a casa di un altro e ve li portate a casa. Poi vi cade qualcosa di inorganico per terra, lo raccogliete, lo mettete sul tavolo e… I batteri son lì.
E sapete che c’è? Va benissimo così. Il corpo ha i meccanismi per reagire alle quotidiane incursioni patogeniche, dagli acidi nello stomaco al sistema immunitario.
Poi certo, c’è sempre il bilanciamento del rischio: magari un pezzo di frutto zuccherino e umido lo butti, specie se ne hai tanti altri e sai che in quell’ambiente i batteri prosperano, una dura pastiglia è meno ospitale e la prendi, così come un conto è se cade a casa e un conto se cade in ospedale…
L’importante è non voler vivere in una impossibile bolla di immunità che, semplicemente, non esiste. E non ha senso di esistere se si è adulti sani.