Oltre al mio titolo di studio, ossia il battesimo, ho anche la patente di guida: secondo la motorizzazione civile sono in grado di guidare ciclomotori e autoveicoli e, solamente entro i Sacri Confini della Patria, motocicli conducibili con la A1 (il che è divertente, dato che non ho mai guidato un motociclo e l’unica prova che ho fatto su un ciclomotore, in spazio privato, è finita dopo un paio di secondi). L’ho presa a 19 anni, su impulso di un’amica che voleva farla anche lei, e siamo andati assieme a scuola guida.
Nella mia famiglia vigeva un po’ l’idea “moto uguale morte”, soprattutto nel lato materno (mio padre le apprezza anche, ma non sa assolutamente guidarle), dunque non avrei mai potuto prendere una moto prima dei 18. Non che mi interessasse, in ogni caso, all’epoca riuscivo a fare tutto ciò che dovevo tra mezzi pubblici, gambine e passaggi scroccati.
Tuttavia, tornando a noi, forse conviene patentarsi prima. Infatti, se l’AM – ex patentino – è una patente giocattolo, le patenti ottenibili a 16 anni (A1 e B1) non lo sono. Ma non tanto per ciò che ti permettono di guidare (moto e quadricicli), ma per ciò che ti permettono di non fare: la teoria della patente!
Che, se la fai a 18 anni, ti intoppa la maturità, se la fai dopo, l’università. Nulla di imprescindibile eh, mica si tratta di doversi studiare a memoria il libro delle tre scritture, ma se ci metti anche la pratica può lasciarti un buco non indifferente.
Invece, se ti patenti a 16 anni, salti la teoria (dato che la fai con comodo tra una sega/ditalino e una bigiata a quell’età) e a 17 anni puoi fare la guida accompagnata, ossia una specie di super-foglio rosa! Hai in sostanza un anno per prendere la mano col veicolo e, ai 18, chiedere il foglio rosa, iscriverti all’esame pratico e patentarti. Comodo, eh?
Imho, sì. Ovviamente bisogna tenere in conto che fare una patente aggiuntiva costa, e che se non c’è questa necessità di guidare un 125 cc o un quad o assimilato (se ti basta un cinquantino, basta l’AM a 14 alla fine), quella patente ti resta sul groppone alla fine, con poche possibilità di utilizzo pratico sino ai 17 con la guida accompagnata o, se non la si fa, ai 18, quando poi bisognerà comunque fare le guide obbligatorie (si è esentati, invece, con la guida accompagnata). Inoltre, se c’è un genitore apprensivo per la moto sia l’A1 che la B1 permettono di condurre mezzi a due ruote (l’A1 è abbastanza ovvio, la B1 include l’AM), ma c’è anche da dire che le moto mica hanno un sensore che senza patente non parti, dunque se uno ha la tendenza alla stupidera, meglio che guidi patentato che no.
In ogni caso, è anche interessante l’approccio più graduale alla guida: invece di buttarti a 18 anni o più, ti prendi un po’ di tempo per padroneggiare il traffico, ti fai un annetto di guide col genitore e, appena possibile, dai l’esame e circoli liberamente…