La tua religione non impone nulla a me. Ma nemmeno la tua identità di genere

di | 11 Agosto 2024

Quante volte ho letto frasi del tipo “la tua religione vieta/impone cose a te. Non a me. Impara la differenza”.

Che di base ha anche senso, una pratica religiosa non può essere imposta a chiunque: non sarebbe corretto ad esempio vietare di consumare carne il venerdì di Quaresima perché lo vogliono i cattolici o di mangiare in pubblico durante il Ramadan perché lo vogliono i musulmani. Ma, dato che il mondo è più complesso di quello che ci sembra, esiste anche l’intreccio tra cultura e religione: pensate ai paesi dove la domenica la gran parte delle attività è chiusa, l’origine è chiaramente religiosa, ma non viene forse fatto perché si ritiene che tutti abbiano diritto a un giorno di riposo uniforme?

Ma il punto non è tanto questo, quanto il fatto che questo slogan è spesso usato nel mondo progressista per screditare qualsiasi opinione che abbia origine in una visione filosofica religiosa. Pensiamo a matrimonio gay ed aborto, la maggioranza dei contrari non lo sono perché “lo dice la mia religione”, ma perché ritengono che ci sia un problema alla radice, ad esempio nel definire un qualcosa in modo contrario a com’è stata definita per tutta la storia dell’umanità (e tra unione tra uomo e donna potenzialmente fruttifera e unione tra uomo e uomo/donna e donna per natura infruttifera una certa differenza c’è) o nell’eliminazione di una vita. Dio non viene mai citato.

Ma chi pensa che tale opinione vada comunque esclusa, delle due l’una:

  1. Crede che qualsiasi opinione vada esclusa dal mondo politico, il che vuol dire uno stato guardiano notturno che, secondo me, non funzionerebbe particolarmente bene senza un minimo di supporto a istituzioni naturali (ragion per cui mi definisco liberale e non libertario)
  2. Crede che certe opinioni vadano escluse solo per la loro origine, e si apre dunque almeno a due attacchi: l’essere escluso anche lui sulla base di un analogo ragionamento e l’essere escluso sulla base del proprio ragionamento

D’altronde, come fa notare il noto baciapile Richard Dawkins, l’affermazione dell’identità di genere è sostanzialmente metafisica, si potrebbe dunque definirla religione e negare a chi la sostiene qualsiasi spazio nel dibattito pubblico. Ups.

In ogni caso, mi pare una soluzione semplice: se credi in Dio, non puoi imporre qualcosa a tutti solo sulla base di questa credenza. La stessa cosa vale se credi di essere non binario, non puoi imporre qualcosa a tutti solo sulla base di questa credenza.

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