Non si può essere laici sull’aborto e cattolici sull’infanticidio

di | 10 Marzo 2025

non farai morire il figlio per aborto né lo ucciderai appena nato

Didachè 2:2

Una pretesa che ha oggi la società è che si sia laici nei confronti dell’aborto. Puoi essere contrario, puoi ritenerlo soppressione di una vita umana (se solo ci fosse un’altra parola per esprimere lo stesso concetto…) ma non puoi imporre agli altri la tua visione, specie se religiosa.

In tutto ciò c’è un problema non da poco: la sostanziale equivalenza tra aborto e infanticidio. Dico sostanziale perché esistono delle differenze di dettaglio (che non sempre vanno a beneficio dell’aborto come si può pensare), ma la sostanza è quella. Sia storica, si veda la citazione qui sopra del Didaché, sia bioetica, come i vari Tooley, Singer e Minerva-Giubilini hanno mostrato.

L’idea che sia inaccettabile uccidere i propri figli è, nel mondo occidentale, un qualcosa di chiara origine cristiana. I romani, se si facevano problemi, era perché l’uccisione era avvenuta senza il consenso del padre, negandogli il diritto ad un erede: qualcuno non era un grande fan dell’esposizione, ma nessuno si sarebbe sognato di toccarla.

Anche i cristiani qualche dubbio ce l’avevano, ma era più causato dalla scienza (non molto metodica) del tempo sul tema, incerta sul momento di inizio della vita umana e che spesso lo postponeva, convinta che ci fosse un passaggio per fasi non umane prima di divenire umani. Al tempo di Tommaso d’Aquino ancora non si sapeva dell’esistenza degli ovuli ed era assolutamente normale credere, per esempio, che un feto maschio divenisse umano a 40 giorni mentre uno femmina a 90, roba insostenibile con la moderna scienza. Stranamente, visto che in questo caso la scienza risulta antiabortista, nessuno ne parla negli elenchi di cose antiscientifiche su cui la religione avrebbe cambiato idea, anzi, si prova a metterla come “la Chiesa non aveva nulla contro l’aborto (falso, l’aborto “pre-vita” era visto come una fattispecie di omicidio minore, di “quasi omicidio”) e poi l’ha reso peccato per controllare le donneh!”

Le leggi civili, chiaramente, cambiavano da zona a zona: qualcuno proibiva la vendita di abortivi come omicidio, qualcun altro lasciava la punizione dell’aborto alla chiesa (che, comunque, non era una cosa da poco al tempo), qualcun altro prevedeva pene minori – specie quando si credeva che il feto non fosse ancora umano) e, in generale, c’era una certa tolleranza per l’aborto terapeutico, ammesso anche da alcuni padri della Chiesa. Spesso esse variavano anche in base ad altre necessità locali, da quelle di reprimere l’aborto per nascondere un adulterio a quelle relative agli eredi, per non parlare del fatto abbastanza diffuso che la stessa chiesa che ti scomunicava chiedeva poi misericordia ai giudici civili.

Anche per l’infanticidio, comunque, esisteva una certa tolleranza, specie per le coppie sposate. Cesare Beccaria, nel suo Dei Delitti e delle Pene, argomentava in favore di una diverso trattamento di questo:

L’infanticidio è parimente l’effetto di una inevitabile contraddizione in cui è posta una persona che per debolezza o per violenza abbia ceduto. Chi trovasi tra l’infamia e la morte di un essere incapace di sentirne i mali, come non preferirà questa alla miseria infallibile a cui sarebbero esposti ella e l’infelice frutto? La miglior maniera di prevenire questo delitto sarebbe di proteggere con leggi efficaci la debolezza contro la tirannia, la quale esagera i vizi che non possono coprirsi col manto della virtù.

Io non pretendo diminuire il giusto orrore che meritano questi delitti; ma indicandone le sorgenti, mi credo in diritto di cavarne una conseguenza generale, cioè, che “non si può chiamare precisamente giusta (il che vuol dire necessaria) una pena di un delitto, finchè la legge non ha adoperato il miglior mezzo possibile nelle date circostanze di una nazione per prevenirlo..

Che ci può stare, rimaneva comunque un delitto, non un diritto, ma un delitto di disperazione, da prevenire più che da punire. In ogni caso, sta di fatto che la società antica problemi con aborto e infanticidio non ne aveva, se non in ottica di diritto del padre agli eredi, e che l’opposizione sistematica a tali pratiche sia d’origine cristiana. Quando si parla di aborto ci chiedono di essere laici, di non lasciare che la nostra idea ci porti a imposizioni sugli altri. Quindi io, buon cittadino liberale che non vuole certamente negare alle donne la propria libertà di scelta studio la situazione e mi rendo conto che tale libertà dovrebbero avercela anche dopo la nascita propongo di estenderla e gli stessi che mi urlavano dietro perché non ero laico sull’aborto mi urlano dietro dicendo che devo essere cattolico sull’infanticidio, o addirittura pensano che il mio argomento per la legalizzazione dell’infanticidio sia in qualche modo anti-abortista.

Sotto una notizia di un paio di settimane fa su X ho lasciato un commento, da qualcuno definito “una pescata così l’ha fatta Re Salomone quando ha dichiarato di voler tagliare il bambino a metà”:

Questa è una concezione cattolica. In realtà il neonato nelle prime settimane di vita non è veramente una persona, quindi ucciderlo non è infanticidio. Ma comunque finché dipende dalla madre dovrebbe decidere lei, non noi

Prima parte, fattuale, seppur usando l’aggettivo cattolico invece di cristiano, che ci sta sempre bene ed è quasi spregiativo per chi è contro la bioetica cattolica. Seconda idem, ampiamente condivisa in bioetica, si veda la definizione di “persona potenziale” nel famoso paper Minerva-Giubilini. La terza è un noto motto pro scelta: a chi spetta la scelta, a lei o a noi?

Ecco, le risposte ottenute sono molto interessanti… è vero che X è forse la piattaforma più a destra ad uso popolare, ma quanti di quelli che mi hanno risposto magari poi riterrebbero inaccettabile usare gli stessi argomenti sull’aborto?

D’altronde, “Ti ha detto bene che mamma non la pensasse come te altrimenti…” o “Peccato che tua madre non l’abbia pensata come te.” non è quello che leggiamo sotto ogni post in cui qualcuno si è detto a favore dell’aborto? “I nazisti esprimevano concetti più moderati.”? E perché mai invece andrebbe bene detto mezzo secondo prima dell’uscita dall’utero? “Se lo lasci proseguire invece di buttarlo via cosa diventa ? Un ombrello? Sei un mostro.”? E se lasci proseguire una morula cosa diventa, e non una persona?

Due commenti invece voglio analizzarli singolarmente:

“Per colpa di ste persone poi quegli asini di Salvini, Meloni ecc. pensano che tutti i pro aborto siano così”?

Questo mostra ciò che dico da tempo, ossia che la sostanziale differenza tra aborto e infanticidio sia che un neonato l’abbiamo visto tutti, mentre un embrione no. Un infanticidio ci fa senso, l’aborto si fa di nascosto in una sala operatoria e non lo vediamo: ma ragionando razionalmente possiamo capire che sono atti sostanzialmente equivalenti. Se l’equiparazione aborto-infanticidio per te è problematica il problema non è l’equiparazione, ma la tua coscienza.

Qui per ricordarvi che senza il Cristianesimo vi aspetta questa cosa qui.

E il ranocchio ortodosso ha assolutamente ragione. Ma se abbiamo deciso che lo stato è laico è sempre laico, mica può essere cattolico quando il corpo del delitto lo vediamo tutti e laico quando accade nel segreto.

O no?

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