Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.
Gesù di Nazareth
Il vangelo di Matteo ha un posto speciale nel mio cuore e questa è una delle citazioni che quando la medito riesce sempre a farmi commuovere.
Perché a prima vista sembra quasi estrema: se l’adulterio rompe l’unità della la famiglia e per questo va stigmatizzato, che male c’è a guardare una donna con concupiscenza?
Molto. Ma in primis, questa lezione di Gesù smentisce da sola l’idea del Gesù hippie and chill che approverebbe la qualunque “basta che c’è amore”. Gesù è anzi strettissimo, come fece notare Giovanni Paolo II anche la propria moglie può essere desiderata in questo modo.
Perché il problema non è di ordine sociale, non è che se si desidera la donna d’altri allora magari ci si prova, c’è il tradimento e poi l’istituzione matrimoniale e la stabilità della coppia viene danneggiata: è nella stessa definizione di amore.
Si parla tanto di oggettificazione della donna, ma cosa offre la società oggi? OnlyFans? Emancipazione della prostituzione che ci viene venduta come fosse un lavoro come un altro? Contraccezione e aborto che consentono all’uomo accesso illimitato e senza responsabilità al corpo delle donne?
Gesù invece è chiarissimo: chiunque anche solo guardi ad una donna desiderando di usarla come oggetto per sfogare le proprie pulsioni sessuali ha già commesso adulterio. Queste sono le parole che la società ha disperato bisogno di sentirsi dire.
Perché Gesù vuole un amore che rende una sola carne, un amore di reciproco possesso, un amore che dura per sempre, un amore in cui si ama come Lui ha amato la Chiesa. Davanti a ciò che ci propone la società oggi, dalle sveltine alle situationship a situazioni indefinite di lunga durata come non si fa a non emozionarsi davanti alla chiarezza di ” i due diventeranno una sola carne. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto”?
Gesù conosce l’umanità con una profondità sovrannaturale e sa ciò che è meglio per essa. Certo, specie in un mondo depravato può sembrarci che ciò che vogliamo è quello stimolo ormonale immediato, la botta di dopamina, seguita da un’altra botta di dopamina e via così, in un circolo vizioso di durata infinita. Ma nel profondo, anche noi sappiamo che non è così.
L’amore più grande, disse Gesù, è quello di chi è pronto a dare la vita per i propri amici. Paolo ai mariti dice che “amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei”.
Dare sé stessi per lei. Questo è l’amore. Non riesco a trovare migliore definizione di quella dell’apostolo illuminato dallo Spirito Santo. L’amore è quella forza incredibile e chiaramente non di nostra creazione che riesce a prendere chiunque e orientarlo al bene e al sacrificio: perché è dare sé stessi all’altro, reciprocamente.
Il resto, non è l’amore matrimoniale che Dio ha pensato. Ed è anzi gravissima perversione dell’amore l’idea per cui esso si fondi invece sul prevenire a tutti i costi la vita, anche a costo di ucciderla nel grembo, né è proprio tutto l’inverso: uso reciproco, e non possesso reciproco; nessun darsi onesto, nessun sacrificio, niente di niente, solo oggettificarsi.
Tanti criticano Paolo. Ma ogni volta che leggo le sue lettere non riesco a non trovare grandi spunti di umanità. Voglio concludere citando la sua definizione di amore:
L’amore è paziente, è benevolo; l’amore non invidia; l’amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s’inasprisce, non addebita il male, non gode dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.
Questo è l’amore di chi ama, questo è l’amore in Cristo.