Ma quali minacce, scusate?

di | 1 Giugno 2025

Leggo di “minacce” alla figlia di Giorgia Meloni, fatte da un insegnante di Napoli:

Ora… minacce?

Sicuramente c’è molto squallore umano in queste parole, ma non è in alcun modo una minaccia, è un augurio!

Tra l’altro, nemmeno così raro: tanti augurano ai figli di chi è per la sanità privata un bel cancretto, a chi è a favore dell’immigrazione una bella coltellata da parte di un marocchino al proprio figliolo o a chi è contro l’aborto un bello stupro della figlia con conseguente gravidanza interminabile…

Evidentemente per il prof le posizioni della Meloni in tema lotta alla violenza sulle donne sono tali da rendere educativa per tutti una sua eventuale uccisione da parte di un fidanzato violento e possessivo.

Squallido? Molto, ma non c’è nessuna minaccia, nessuna ragione per indagare: è un pensiero. Da stronzi, ma pur sempre un pensiero. Ben diverso sarebbe stato se avesse detto “faccio fare alla figlia della Meloni”, quella sarebbe stata una chiara minaccia.

Ma c’è un ma: è un docente. E qui si apre la solita questione: il docente è tale sempre o solo in aula?

Perché se è tale solo in aula e il prof insegna la propria materia impeccabilmente a scuola può anche augurare al figlio del ministro dei trasporti di crepare nel crollo del ponte di Messina e a quello di quello degli esteri di essere rapito dai talebani e va bene, purché non porti queste idee in aula dagli studenti.

Ma se il docente è un po’ come il sacerdote al modo di Melchisedek, le cose cambiano: il suo profilo dev’essere sempre rispettabile e la sua libertà è limitata rispetto a quella del libero cittadino. Ma se è così, allora, vale anche nei riguardi della prof che nel pomeriggio si fa le foto hot.

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