Considerazioni referendarie

di | 2 Giugno 2025

Settimana prossima si voterà. Non dico “andremo a votare” perché non so ancora se andrò (forse si per alcuni quesiti sul lavoro), ma di alcune cose vorrei parlarvi.

Prima di tutto, la strategia. Se si fosse votato per l’autonomia differenziata il quorum sarebbe stato sicuramente raggiunto. D’altronde, è un tema divisivo e polarizzante.

Magari sarebbe stata anche confermata, c’è un Sud che vede in essa un’occasione di riscatto contro l’essere cornuti e mazziati dallo statalismo, così com’è ben possibile una radicalizzazione elettorale del Nord, ma tanti sarebbero andati alle urne e poiché sono in pochi quelli che ritirano le schede in modo differenziato, probabilmente pure un referendum per abolire il Parmigiano Reggiano avrebbe ottenuto il quorum…

Ma senza autonomia differenziata i quesiti devono farsi il loro elettorato…

E quelli sul lavoro avrebbero anche potuto farcela! La destra italiana non è quella di Margaret Thatcher – al Jobs Act non ha votato a favore se non per Corsaro – e magari non avrebbe avuto molto in contrario a toglierlo e a favorire le tutele dei lavoratori rispetto alla flessibilità d’impresa, soprattutto se si poteva fare senza nemmeno prendersene la responsabilità politica, lasciandola invece ai cittadini, così se si rivela un problema per l’economia, pace amen, non è colpa dell’esecutivo.

Il problema? Il quinto quesito, quello che con gesuitesca abilità è nei fatti un referendum propositivo, cosa che porta i proponenti e i sostenitori quasi a umiliarsi con frasi del tipo “cosa sarebbe successo se i vostri nonni non fossero andati a votare al referendum del divorzio?” Beh, nulla, la legge sarebbe rimasta, perché senza quorum non sarebbe stata abrogata.

Io lo trovo metodologicamente sbagliato: la cittadinanza è una cosa seria e per diventare parte di una comunità, a meno di eccezioni, cinque anni non bastano. Esistono indubbiamente problematiche burocratiche che i non cittadini ingiustamente subiscono, così come talvolta sono ingiustamente discriminati. Ma dato che gli stranieri sempre esisteranno, a meno di regalare cittadinanze a chiunque arrivi, sono questi i problemi da risolvere, cessare la vessazione burocratica e non dello straniero.

Ma la gente, e leggendo una pagina di cronaca nera nemmeno posso dare tutti i torti, non vuole che sia più facile essere italiani, anzi… e probabilmente andrà al mare, mandando a ramengo tutti i quesiti…

Poi, nei prossimi giorni, parliamo anche di astensione.

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