Sono un inguaribile liberale classico, che crede in uno Stato più leggero e che non mette i bastoni tra le ruote a nessuno.
Vedo, nell’ambiente, soprattutto tra i più conservatori, un certo supporto per la Lega anche quando si criticano le misure, illiberali, del governo:
Adesso per colpa di Di Maio abbiamo il Reddito di Cittadinanza, ma anche Salvini che sta con loro…
Come se Salvini non fosse anch’esso fautore di politiche assistenzialiste e illiberali, come le sue velleità protezionistiche, ricordiamo che il protezionismo è assistenzialismo per le proprie aziende inefficienti, o le politiche “pro pensionati” che in realtà servono a comprare i voti di persone che non devono la propria ricchezza a loro ma allo Stato. Ed è per questo che supporterò sempre la riforma delle pensioni a capitalizzazione, dove la pensione non è una mancia che lo Stato alza o abbassa ma il risultato dei propri investimenti.
O vogliamo parlare del supporto alla corporazione dei taxi contro la concorrenza di Uber?
Ma io non sono il solito liberale che parla solo di economia, anche perché il liberalismo non è solo pagare meno tasse. Il pensiero liberale riguarda tante altre cose. Un esempio è il rifiuto dello Stato paternalista, in favore delle libertà individuali.
A pensarla così Milton Friedman, Margaret Thatcher e, seppur con la macchia della guerra alla droga, Ronald Reagan.
Diciamocelo chiaramente, Salvini crede che la società venga prima dell’individuo e che lo Stato debba avere un ruolo etico, educando i cittadini alla generosità, alla religione e imponendo una certa visione dell’etica a tutti.
Ma, come saprete, la società non esiste. Esistono individui, uomini e donne, e famiglie, per dirla come Lady Thatcher. Perdonatemi, ma non potevo non citare questa massima.
Io credo nella società come insieme di individui, liberi e indipendenti, che con i loro scambi e le loro azioni volontarie creano legami, più o meno forti, tra di loro.
Ma non esiste una società come ente superiore agli individui, non esiste, per il liberalismo, che lo Stato si dichiari faro della società e inizi a imporre le proprie norme etiche, perché dare un piccolo potere in questo allo Stato vorrebbe dire dare il via libera alla totalitarizzazione della nostra vita.
Ma soprattutto, perché vorrebbe dire scaricare i propri problemi, in questo caso quelli dei propri elettori, sulla società. Ma, come saprete, la società non esiste.
Essere liberali alle volte impone scelte ardue. Ad esempio, è giusto supportare Bolsonaro se l’alternativa è Haddad? Questo va a gusti.
Ma supportare, quando esistono varie alternative sia a destra che a sinistra, un mercantilista ultracollettivista, le cui idee non riesco a non trovare vicine a quelle di Stato della Corea del Nord, alimenterà sempre una certa visione del liberale: Quella di un fascista che vuole pagare poche tasse.
E, soprattutto, non porterà a nulla. Nemmeno possiamo citare un Guedes italiano, dato che i suoi esperti economici sono orgogliosamente di sinistra.
Capisco che qualcuno di noi l’abbia anche votato, ma la libertà vale più dell’orgoglio. A mio parere è meglio mettere da parte l’orgoglio qualche mese, rinnegare il proprio voto ma consegnare alle prossime generazioni un Paese più libero, dove avranno una pensione propria e possibilità di lavorare, in proprio o sotto padrone, senza vessazioni, che supportare per orgoglio un personaggio che sappiamo bene non in grado di garantire prosperità e libertà e dare un Paese ai nostri figli dove sono considerati vacche da mungere per pagare pensioni e sussidi e da rieducare per sottometterli completamente a questo sistema Stato in modo che non osino protestare nemmeno.