Non sono uno di quelli che urla “fassista!” a chi chiede una politica rigida sull’immigrazione clandestina, tutt’altro.
Io stesso, sinceramente, sarei felice se si applicasse una politica capace di spostare l’immigrazione da “peso” a “guadagno”, ad esempio velocizzando le pratiche di asilo e le successive espulsioni e reinventando le politiche del lavoro.
Il fine ultimo di queste politiche, dev’essere, comunque, il benessere dei cittadini, economico e sociale.
Un esempio in tal senso è Sebastian Kurz, il cancelliere austriaco conservatore, che ha una politica dura sull’immigrazione. Ma nel mentre vuole portare l’Austria al pareggio di bilancio.
Ma potremmo parlare anche dei vari governi cechi che si sono opposti all’immigrazione clandestina ma che, nel mentre, hanno portato il proprio Paese da “est Europa poveri comunisti” a “cresciamo più di voialtri e vi rubiamo i laureati”.
Il leghismo non è nulla di tutto ciò. La ragione è semplice, con Salvini, e il suo amico Di Maio sia chiaro, stiamo perdendo benessere.
Sia economico, dato che le misure venezuelane dei Cinque Stelle insieme a quelle nordcoreane della Lega sono un mix micidiale, sia sociale, dato che una comunità che odia è una comunità che si lacera (come ben dimostra l’antimeridionalismo, nato dall’assistenzialismo) e, soprattutto, invece di approfittare del calo degli sbarchi in corso per gestire chi già è dentro si è decisa una tana libera tutti, cioè più gente in strada e, potenzialmente, più criminali e manodopera per la malavita.
In sostanza, stiamo diventando più poveri, in soldo e in spirito, per peggiorare la vita d’altri. Non sarebbe meglio, invece, migliorare la nostra vita e, molto cinicamente, fregarcene se ciò poi migliora o peggiora quella altrui?
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