Benito Mussolini e odiare ti costa

di | 17 Febbraio 2020

Io se fossi uno di quelli che taggano “odiare ti costa” sotto ogni post avrei un busto di Mussolini sul comodino.

Non tanto perché l’idea di Stato etico che controlla i sentimenti dei cittadini (perché lo Stato deve tutelare beni giuridici, se dico che mi piacerebbe vedere X sotto un tram non ne ledo alcuno, se dico che si fa fare i pompini col culo dai bambini cambogiani sto ledendo il suo onore) è un qualcosa in comune tra i taggatori ossessivi e Zio Benito.

Ma perché una delle leggi più amate da costoro reca in calce la firma di… Benito Mussolini.

In Italia siamo molto vicini al considerare il Capo dello Stato una divinità in terra in stile Giappone pre-1945. Vediamo i cartoni americani dove si può scherzare tranquillamente su Clinton e i lavori di bocca ma da noi se un giornalista definisce “disgustoso” un discorso del PdR viene contestata la sua elezione alla RAI. Quando magari ci sono mille motivi per opporsi alla sua elezione.

Sia chiaro, il PdR dovrebbe avere i diritti di ogni cittadino. Se uno dice che ha visto il PdR in Piazza Aspromonte a comprando 400’000 lire di cocaina una causa per diffamazione se la becca. È normale e anche giusto.

Ma in Italia, essendo il PdR divino, viene tutelato specialmente, come in una monarchia assoluta qualsiasi. Ovviamente la Corte Costituzionale, grazie alla assolutamente non fascista costituzione italiana che in sostanza dice “siete liberi nei limiti della legge, solo che teniamo in vigore tutte le leggi del Ventennio”, ha detto che tutte queste leggi sono costituzionali e abbiamo dovuto aspettare Silvietto perché non si rischiasse la galera grazie a queste leggi fasciste, ovviamente con l’opposizione della sinistra per il manganello che tutto sommato l’economia socializzata della RSI la apprezzava e anche Mussolini non era così male.

Ora, sia chiaro, se uno dice che spera che il PdR muoia in diretta durante il discorso un po’ stronzo è. Ma non è che la morte fa i sondaggi e se 10’000 persone la gufano a Mattarella va da lui. E infatti augurare la morte, normalmente, non è un problema (checché ne dica qualche esaltato taggatore).

Se si spera che una persona venga condannata per un augurio di morte grazie alla legge sul vilipendio firmata da Mussolini c’è poco da fare: Si è fascisti. E il fascismo non è un’opinione ma un reatAGAGAGAG.

No, seriamente, il fascismo è un’opinione. È un reato rifondare il PNF o fare apologia del fascismo. Non abbassiamoci al livello dei taggatori seriali.

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