Chi ha un trauma non deve parlare di giustizia

di | 12 Febbraio 2020

Accendo sul TG5 e sento parlare di un buon caso di giustizia: Una donna che patteggia 5 mesi con la condizionale per aver investito un ragazzo in scooter.

Io, personalmente, resto della mia idea americana: Se non sei ciucco/fatto o spericolato (il che non include la disattenzione, vuol dire andare al doppio del limite e magari in contromano) è materia civile e stradale (che magari la patente è meglio se non la usi per qualche anno dopo aver ammazzato qualcuno). Ma in Italia abbiamo ancora le leggi per cui la vita viene data da Nostro Signore e senza il consenso del Vaticano non si può levare, quindi tutto nel diritto penale!

Comunque visto che qualche magistrato con la testa esiste ha patteggiato una pena risibile e ciao. In sostanza il tutto avviene col consenso di accusa, giudice. avvocati e inscì via. I genitori del ragazzo ucciso hanno fatto ricorso in Cassazione.

Ovviamente perdendolo. Ora, io capisco che sia molto brutto perdere un figlio. Ma la giustizia c’è stata. Dal punto di vista sociale una persona che investe per disattenzione non è un pericolo, deve sborsare (e per quello c’è la RC), deve rifare la patente ma non ha alcun senso mandare in carcere. Non stiamo parlando di un dirigente aziendale che si spende i fondi per la sicurezza in coca e zoccole e poi fa crepare dieci operai né di uno che lancia sassi da un cavalcavia sapendo di ammazzare qualcuno.

Giustizia non vuol dire rovinare una vita perché ne è stata rovinata un’altra. Quello è un concetto superato dalla giustizia biblica.

Chi ha un trauma non dovrebbe parlare di giustizia.

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