Ci sono non pochi lombardi incazzati per come il governo italiano stia gestendo la situazione Coronavirus, non ultima la questione delle varie mascherine bloccate e di quelle non a norma. E, in effetti, quando sei contributore netto per più di 50 miliardi ti girano anche le palle.
Ma c’è una categoria che non dovrebbe parlare: quella dei leghisti, che però parla fin troppo.
Ci hanno rotto i coglioni per anni con la storia che siamo un’unica nazione, orgogliosa del tricolore, forte da Nord a Sud, che Calogero è mio fratello nella lotta contro Hans che, in quanto cittadino di uno Stato che non sperpera i soldi dei contribuenti fa concorrenza sleale all’Italia e simili stronzate e ora che in Lombardia c’è malcontento, per di più malcontento sia contro la gestione romana che contro i meridionali che sono scappati (la Lega di Bossi qualche punto nei sondaggi l’avrebbe guadagnato), vedi i leghisti (magari anche col badge tricolore che si sono dimenticati di togliere da FB) che si incazzano e pubblicano rabbiosi.
Ora, sia chiaro, io i leghisti odierni li conosco e vi assicuro che non hanno un’idea. Non sono italiani né padani: la loro patria è la cadrega. Spesso sono anche persone di buonsenso e sanno di dire puttanate, ma le dicono perché ormai sono dentro e non vogliono perdere il proprio consenso elettorale.
Ma mi sconvolge come la gente possa votarli! Cosa sperano, di poter capitalizzare in Lombardia dicendo “Roma brutta teroni brutti” ma al Sud dicendo “Italia unita evviva l’Italia”?
Ah, beh, valutando quanto sono idioti gli italiani è probabile che funzioni.