Allora, fioeui, quando parlo delle criticità del SSN non me la prendo mai coi medici. È gente brava, mi sta simpatica e si fa il culo. Quando parlo dei problemi della scuola mi incazzo anche coi prof. Per carità, c’è tanta gente brava, ma l’impressione è che, di media, se spari a zero prendi più nullafacenti incapaci che gente a posto. Un giorno vi racconterò delle mie visite ai forum dei prof.
Ecco, la perla di oggi è che in alcune scuole chiedono il decoro durante le videolezioni. Che già bisogna chiedersi com’è possibile che per laurearti puoi seguire una videolezione registrata quando cazzo ti pare ma per prendere il diploma della terza media se t’assenti per andare al cesso la prof sbraita? Oh, certe cose tipo mangiare non puoi farle in classe perché fai rumore, se le fai a casa tua che cazzo vi importa? Che male c’è se il mio stomaco preferisce mangiare alle 10:03 e non rompo i coglioni a nessuno?
Poi arriva anche la perla suprema: gli istituti che chiedono di non mettersi il pigiama. Che, poi, magari, i prof che lo propongono sono gli stessi che condividono l’articolo che in Isvezia ci è la migliore scuola del mondo e gli alunni lasciano fuori le scarpe per sentirsi più a casa, anche se ora da buoni commies sindacalisti si sono resi conto che in Isvezia ci è un sistema misto col privato parlano della Finlandia (quando scopriranno che le scuole lì hanno libertà d’assunzione si spareranno), poi se vedono l’allievo con la maglietta di Topolino che per loro è un pigiama scheccano.
E che cazzo, l’hanno capito in mezzo mondo che, tranne alcune eccezioni, il miglior modo per insegnare alla gente è farla sentire a casa. E questo vuol dire che ci sarà quello che andrà a scuola in ciabatte così come quello che andrà in grande uniforme con tanto di gilet e bretelle. Lo hanno capito anche le classi Montessori che lasciare 8 ore dei bambini seduti come soldatini è deleterio e che stare seduti per terra o su dei cuscini è decisamente meglio.
Ma, ehi, noi siamo furbi! Invece di fare come i paesi migliori che hanno un’istruzione decente ci inventiamo il “modello italiano” dove manca la divisa del balilla.
E se qualcuno se ne uscisse con “eh sì poi vanno in ciabatte a lavoro?” beh, sì. Lo fanno in mezzo mondo e non è morto nessuno, dai paesi nordici a quelli slavi. E lo dico da persona tendenzialmente scarpista. Semplicemente per quanto io preferisca avere qualcosa di solido ai piedi non avrei alcun problema a studiare o lavorare con uno in ciabatte e con la vestaglia con lo stemma araldico.
E giusto per mostrarvi come sia normale vi posto una foto di classe ceca trovata su internet.
Qualcuno con le scarpe, qualcuno in ciabatte. Se cercate “gymnázium boty” (“liceo scarpe”) troverete anche, orrore, immagini di studenti a piedi nudi.
E nel mentre in Italia discutiamo sul seguire delle videolezioni a casa propria vestiti come cazzo ci pare. Posso dire che è frustrazione per la vita misera di una professione dove in sostanza devi prostituirti anni per fare punti in graduatoria e vieni spostato a caso ogni tot (e infatti i prof migliori sono quasi sempre i locali o i giovani felici di spostarsi)?