Ogni italiano spende ogni anno decine, se non centinaia di euro, in ciabatte.
Tranne me. Non compro ciabatte praticamente dalle scuole medie e, no, non ho subito amputazioni.
Chi mi conosce sa una cosa: ho un pessimo gusto per le scarpe. Prendo delle scarpe/mocassini che sono brutte, quasi sempre in sconto, ma sono molto comode, con soletta in Memory e simili.
E quindi quando un paio è un po’ rovinato viene degradato a calzatura domestica e un nuovo paio viene acquistato.
Primo vantaggio: nessuna spesa ulteriore e per un tirchio come me è un bene.
Secondo vantaggio: queste scarpe sono comode e già adatte alla forma. Non costano quanto delle Birkenstock che si adattano ma costano di più, hanno una soletta in Memory e durano anche anni, se curate bene.
Terzo vantaggio: sono scarpe, e secondo il mio medico è un bene. Dice addirittura che sarebbe meglio se indossassi scarpe col collo alto, ma non riesco proprio.
Ma visto che non lavorate per il San Donato diciamo una cosa più pratica: se devo portare giù il cane non rischio nulla, se malauguratamente mi dimentico di cambiare le scarpe sembro sciatto ma non un pirla completo.
Insomma, tra delle calzature spesso rigide e simili, con una suola piatta e che offrono una protezione minima e delle calzature comode, protettive e che non mi fanno venire i dolori alle caviglie so bene cosa scegliere.
Poi, per carità, magari spendendo cinquanta o sessanta euro prendi delle ciabatte con tali caratteristiche, ma visto che un paio di scarpe di media mi costa 40€ e dura anche un anno, beh…