1 ottobre 2018

di | 1 Ottobre 2020
Primo ottobre 2018. Quindici giorni prima era morto il mio cane, per di più male. La sera prima una ragazza a cui volevo tanto bene e che da tempo mi trattava male mi dice che si è fidanzata. Valutando il suo comportamento generale nei miei confronti ho praticamente capito di averla persa, illudendomi di poter mantenere un qualsiasi rapporto perché ero scemo ma alla fine la realtà mi ha dato una padellata in fronte e dopo poco tempo abbiamo smesso di parlarci: l’ultimo messaggio me l’ha mandato al mio compleanno e da quel giorno più niente, non ci parliamo nemmeno adesso. Ed è il primo giorno di università! Per di più una giornata uggiosa, per me che sono un po’ meteropatico non è assolutamente un bene. Prendo la metropolitana, forse pensando che alla rossa avrei preferito la Gioconda, arrivo a San Babila – all’epoca non conoscevo ancora la comodità di Piola – e prendo la 61. Inizia pure a piovigginare, rovinando ancora di più il mio umore. Arrivo in aula e, devo dire, mi trovo bene e faccio anche un po’ di chiacchiere buone. Ma il meteo alla fine, purtroppo, ha la meglio e mi viene in pratica un attacco d’ansia che mi fa dubitare delle mie capacità di reggere all’università. Il fatto di essere uscito intorno alle 18, col buio – altra cosa che mi deprime – è stata la ciliegina sulla torta e torno a casa di un depresso che di più non si poteva. Fortunatamente la notte porta consiglio e mi rendo conto che tutto sommato non è un carico ingestibile, inizio a seguire le lezioni e prendo anche l’ottima decisione di scrivere a un mio compagno delle superiori e scopro che studia appena davanti e prendiamo l’abitudine di mangiare fuori il venerdì, giorno poi divenuto variabile col cambio degli orari. Oggi, a due anni da quella data, mi permetto di dire che è uno dei giorni che ricordo peggio nella mia esistenza. Ma sono anche orgoglioso di come sono andate le cose. Da “patata” che quasi aveva paura a prendere l’autobus ora mi muovo tranquillamente per Milano, lo studio non mi crea ansia – anche se aver problemi con gli esami matematici mi ha bloccato un paio di esami del secondo anno, cribbio, ho conosciuto (e incontrato) gente interessante e fatto amicizie. Il tutto partendo da una giornata di merda.

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