I vigili urbani, fautori di un’interpretazione radicale del CdS

di | 19 Agosto 2021

Mi fanno ridere male quelli che dicono “I Talebani, fautori di un’interpretazione radicale della Sharia”. No, quella che sostengono loro È la Sharia, tratta direttamente dal Corano ma, soprattutto, dalla Sunna, ossia dalla tradizione islamica. Poi, chiaramente, c’è un certo elemento di cultura pasthun, ma è una componente, per di più assolutamente accettabile nell’ambito islamico.

Per di più, è anche errato religiosamente dire che i Talebani siano radicali: sono deobandi, non salatifi o wahhabiti. Sono sicuramente fondamentalisti, nel senso che credono che si debba ritornare ai fondamenti dell’Islam come base della vita, ma da un punto di vista religioso sono meno estremisti, ad esempio, dei Sauditi, almeno quelli di qualche anno fa.

In ogni caso, ciò che vogliono i Talebani è la legge islamica, tutte le pene che propongono sono prese dal Corano o dagli Hadith e il sistema giuridico che istituiscono è ispirato a quello dei vari Califfati islamici.

So che qualcuno si scandalizzerà dicendo che ha un amico islamico che è una bravissima persona: non lo metto in dubbio.

Ciò non toglie che la legge islamica sia quella roba lì. Mica per caso tutti quelli che la applicano arrivano a risultati simili: c’è scritto, loro eseguono.

Tra l’altro è bene notare che la gran parte delle parti folli non sono tanto nel Corano quanto nella Sunna, esistono anche islamici detti coranisti, che credono solo nel Corano. Peccato che questa credenza sia per il resto del mondo islamico inaccettabile e che i coranisti siano ampiamente perseguitati nei paesi che applicano la legge islamica.

Ma, in ogni caso, è bene notare che non solo la legge islamica ad essere così, una lettura alla Bibbia ebraica rivela contenuti che lasciano a bocca aperta e la pena di morte per cose assurde, eppure Israele non è un bagno di sangue.

Semplicemente le persone si evolvono e, con esse, si evolvono popoli e religioni. Così è successo con Israele e con vari Paesi musulmani, ma non in altri, dove invece c’è ampio sostegno per la legge islamica.

Poi, ovviamente, nessuno vuole ammettere di essere un cattivo ebreo/musulmano/cristiano, quindi tutti dicono di essere a favore della legge religiosa, di rispettarla e bla bla bla, ma una volta testato il rispetto effettivo…

In ogni caso, visto che l’Occidente è largamente di cultura cristiana, c’è un’altra cosa che rende molto difficile capire che quella è la legge islamica: non esiste una vera e propria legge cristiana.

Nel senso, se prendete il Nuovo Testamento, che annulla quasi tutta la legge ebraica, e provate a usarlo come legge buona fortuna… Ci sono tanti principi morali, tanti comandamenti morali, ma pochissime regole effettive.

Insomma, il cristianesimo ti dice “non uccidere”, non “chi uccide verrà lapidato”, ti dice “non avere rapporti contronatura”, non “chi avrà rapporti contronatura sarà fustigato”.

Chiaramente, poi, un popolo cristiano tenderà ad applicare principi cristiani nelle proprie legislazioni, ma non esiste nella cultura cristiana l’idea di una legge divina che viene applicata sulla Terra per com’è scritta. Anzi, tale principio è stato esplicitamente abolito da Gesù annullando la legge ebraica.

Quindi i cristiani, probabilmente, credono che anche il Corano è come la Bibbia, dove Dio ti dà una via morale e sta a te seguirla. Ma già nel Corano alcune leggi sono con punizione annessa: non si dice “non rubare”, ma si stabilisce il taglio degli arti, più vari altri reati (hudud) che vengono assunti dal Corano e la cui punizione varia da scuola a scuola.

Senza contare che la gran parte dell’Islam crede nella Sunna, ossia nella consuetudine di Maometto e della comunità islamica: quindi, anche se non c’è una rivelazione specifica, se il Profeta ha fatto qualcosa questo qualcosa è essenzialmente legge.

In sostanza, è una situazione parecchio diversa da quella cristiana e vederla con occhi cristiani non può che portare a incomprensioni: la legge islamica esiste e, francamente, non è un granché (per quanto si deve ammettere che non è nemmeno assolutamente indecente, specie sull’onere della prova, non è barbarismo puro) e, per gli standard occidentali, ha pene crudeli e inaccettabili.

Che poi molti musulmani siano i primi a non volerla, sia chiaro, è una cosa positiva che non può che giovare al progresso dei Paesi islamici e delle comunità islamiche.

PS. Sul tema cristiani, comunque, è interessante notare la posizione dei Testimoni di Geova, che sono teocratici. Ebbene, la loro sanzione è la disassociazione, ossia la scomunica. Ma l’idea è che, in una futura teocrazia ove esistono solo TdG, se vieni disassociato, molto semplicemente, nessuno vorrà avere a che fare con te e o ti penti, o vai nei boschi a fare l’uomo selvaggio dato che non potrai soddisfare i tuoi bisogni base nella comunità. Nel cristianesimo classico non si son viste cose del genere, le scomuniche potevano avere scopo politico (per i debitori, ad esempio) ma, usualmente, la sanzione era uscire durante la comunione, non si moriva di fame.

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