Sarebbe bello commentare la rielezione di Mattarella facendo finta che si tratti di un fallimento di questa politica e non dell’entità Italia stessa, ma così è.
Passi rieleggere UN presidente, ma due, e di fila, in situazioni politiche diverse, cagando sulle consuetudini, non è un fallimento di questa politica: è un fallimento della nazione stessa.
L’Italia è una bellissima espressione geografica, ricchissima di storia, di tradizioni, di culture. Qualcuno poi ha deciso di rendere questa espressione geografica uno stato unico, banalizzando in effetti questa ricchezza, creando uno stereotipo dell’Italia ben sintetizzabile in “pizza, mafia und Mandolino” e, ancora peggio, mettendo questo stereotipo, un po’ lucidato dopo cinque anni al classico, a governare il paese.
E ora ne vediamo le conseguenze. E non è la prima volta, sia chiaro.
Lo stato italiano stava crollando praticamente appena nato, andate ad approfondire i moti socialisti dagli anni 1880 in poi: non erano solo socialisti, di media, ma erano anche ampiamente autonomisti.
Nel 1913, a Milano, i sindacati scesero in piazza chiedendo la secessione della Lombardia, costretta a pagare per finanziare il Meridione, giusto per capirci.
Poi, a salvare l’Italia, arrivò la prima guerra mondiale. Un bel sacrificio umano di mezzo milione di giovani per cementificare col sangue l’unità nazionale e zittire ogni critica.
Poi, onestamente, è difficile che tutti i socialistoni secessionisti si siano scoperti vivi patrioti nel 1918, ma tanto cosa potevano fare visto che nel 1922 è andato su LVI che ha avuto vent’anni per forgiare gli italiani con scuola, propaganda costante e radio.
Gli italiani erano fatti, ma c’era un qualcosa che avrebbe potuto disfare l’Italia: l’aver perso la guerra.
Ma anche qui l’Italia si salva, con la cobelligeranza viene trattata malino ma non divisa come la Germania.
Poi, appena nasce la repubblica qualcuno si sente stretto e sorgono vari movimenti autonomisti e indipendentisti, ma solo la Lega, dopo circa 40 anni, riesce a fare un minimo di successo. Peccato che dopo pochi anni di effettiva azione politica si arena e inizia a ragionare non per il territorio, ma per il partito, perdendo di rilevanza e, infine, divenendo il partito personale di Salvini con un sistema di scatole cinesi, o forse circensi.
Prima il sangue, poi il tradimento, poi l’ingordigia politica: qualcosa a salvare l’Italia c’è sempre. Prendete nota, o Israeliti, c’è qualcuno di più eletto di voi 🤣
Poi, ora, siamo davanti al più totale fallimento del sistema politico Italia: capo dello stato rieletto dopo ampi giochi circensi senza frontiere, premier tecnico che commissaria la politica, partiti che – pur largamente concordi su tutto (o son nipoti di Mussolini o son nipoti di Bombacci alla fine) – litigano pure su quanto zucchero mettere nel caffè, aziende in crisi, economia a peripatetiche, debito folle, Pnrr che sembra già andato a puttane (e che andrà restituito) e fuga di cervelli costante, senza contare il Meridione ormai vicino al sottosviluppo permanente.
Un sistema del genere quanto potrà reggere prima che siano gli eventi stessi a disfarlo e a farlo crollare nel caos?
Cattaneo voleva fare l’Italia federale, Turati voleva rifare l’Italia, Bossi voleva rifare l’Italia come Cattaneo, ma ora l’unica possibilità è disfare l’Italia.
l’Italia, come progetto politico, è fallito, non ha futuro ed è una nave che sta prendendo acqua e affondando. O si prendono le scialuppe, o si affonda. Ma state sicuri che, mentre sentite l’acqua alle caviglie, Montecitorio farà un lungo applauso.
La rielezione di Mattarella è solo l’evento palese che dimostra l’ovvio.