Nel sistema scolastico italiano i licei vengono visti come scuole generaliste, mentre gli istituti tecnici come scuole per chi vuole specializzarsi in un determinato campo (mentre, ovviamente, gli istituti professionali sono dei campi di detenzione per l’assolvimento dell’obbligo scolastico).
Tuttavia, a mio parere, questa visione è sbagliata. Dovrebbero essere i licei ad essere considerati scuole per specializzandi e gli istituti tecnici come scuole generaliste (e quindi, si, ci vorrebbero anche un ITI generalista, a indirizzo scientifico, e un ITC generalista, a indirizzo economico).
Pensateci, proviamo a dividere la formazione in quattro settori:
- Matematica
- Umanistica
- Tecnica
- Scientifica
Un istituto tecnico, con qualche varianza, dà un’istruzione soddisfacente in tutti e quattro i settori: quella scientifica è migliorabile e temi come il diritto andrebbero analizzati meglio per gli industriali, ma di media un tecnico può leggersi un testo di matematica come uno di filosofia come un manuale di elettrotecnica o un articolo scientifico senza alcun problema.
Possiamo dire lo stesso dei licei? No!
Lo scientifico (che, comunque, nasce come istituto tecnico) sorpassa l’istituto tecnico sul tema umanistico e, alle volte, su quello scientifico, ma in quanto a tecnica è bello indietro, includendo anche le scienze applicate, eh. Resta comunque una validissima opzione per tanti possibili futuri (uno con la passione della fisica, se vuole andare avanti, lo vedo meglio al liceo), ma generalista? Mah.
Il classico? Non ridiamoci dietro, tutta umanistica, zero il resto. Una scuola ultra specialistica, che va bene se uno vuole andare a fare filosofia, lettere antiche o storia.
Le ex magistrali? Anche loro, belle sul punto di vista umanistico, abbastanza interessanti sulla scienza ma tecnica e matematica? Bah, già tanto se san cos’è una derivata. Ottime per andare a fare la maestra (per me la maestra è stereotipicamente femminile, ma per la visione che ho della mia maestra vi assicuro che è un onore, era bravissima) o il professore, ma scuola generale? Mah…
Il liceo artistico, invece, è stranamente formativo: offre conoscenze tecniche discrete nel campo della moda, conoscenze scientifiche paragonabili ad un istituto professionale, conoscenze umanistiche non malvage ed è anche discretamente avanzato come matematica. C’è solo un problema: la stragrande maggioranza delle competenze acquisite è così settoriale che il mondo del lavoro non è che proprio sia così aperto, ecco.
Poi c’è il liceo linguistico, che vabbè, è il turistico col bollino da liceo e con filosofia al posto delle materie dove si fa di conto: sicuramente impiegati che parlano un po’ di lingue son graditi, ma in ogni caso le competenze non sono male: matematica buona, scienze solitamente fino alla quinta, umanistica soddisfacente e tecnica, se consideriamo le lingue, c’è. Resta, comunque, settoriale: imparare le lingue non è facile e quindi non è una scuola per tutti, senza contare che l’apprendimento scolastico non è quello che si fa parlando normalmente (se mi dicono “where be is petrol station?” io capisco, ma se uno lo scrive in un compito viene bocciato).
Poi vabbè, c’è il liceo musicale, che mi rifiuto di concepire come scuola.
Insomma, mi sembra palese che le vere scuole generaliste, in un paese normale, dovrebbero essere quelle tecniche, se proprio si vuole un sistema diviso e non uno alla “patchwork di materie” tipo US o Svizzera (stranamente, questa volta, sostengo il modello italiano). E che, quindi, l’istituzione competente dovrebbe pensare i programmi in base a ciò, ad esempio rafforzando le scienze naturali applicate in tutti i tecnici e istituendo indirizzi generalisti, che però favoriscono magari l’accesso agli ITS.
Invece, ci inventiamo il liceo derivato da un istituto tecnico licealizzato per volere di Gentile, che è letteralmente uno strano ibrido tra ITI e liceo, senza essere particolarmente professionalizzante né essere umanisticamente formante. Bah.
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