Mi fa ridere leggere robe del tipo “fermiamo le guerre con la cultura”, quando il nazionalismo, un movimento non di certo incolto, ha creato essenzialmente una nuova ragione per la guerra: la nazione.
Per carità, la guerra c’è da quando c’è l’uomo, per potere o risorse, ma il nazionalismo ha aggiunto una ragione di fare la guerra: non per i campi del nemico o per il Re, ma “per la Patria”.
Ancora peggio, se si può dare un valore al potere o ad una risorsa, non mi conviene perdere 100’000 uomini abili per prendere una palude, è difficile quantificare il valore della Patria, portando dunque a perdere tantissimi uomini per territori di poco valore, ma che “appartengono alla nazione”.
Qui, in Italia, ne abbiamo persi quasi mezzo milione con questa storia.