PhDagliacceria

di | 2 Maggio 2022

Oggi mi è arrivata un’email dell’università sul tema mascherine. Onestamente, se il rettore avesse detto “mascherine obbligatorie” avrei anche detto ok, per quanto mi sarei aspettato una qualche causa legale già dal giorno dopo.

Così come avrei ben apprezzato una semplice “vi raccomandiamo di tenere la mascherina, bona lì”.

Il top, ovviamente, visto che si tratta di un’università dove la gente ha capacità mentali (anche quelli che studiano filastrocche, anche se solitamente se non glielo dice Seneca Platonico non lo fanno funzionare il cervello) sarebbe dare informazioni sui rischi di contagio in base alle situazioni e lasciare che gli studenti decidano.

Invece, arriva un’email tra il grottesco e il mafioso che ricorda la raccomandazione, dice che tutta la comunità deve rispettarla e che ci si aspetta la massima collaborazione nel rispetto della raccomandazione, senza conflittualità.

E se io, nel rispetto della legge dello Stato non mettessi la mascherina in un’aula? Non mi obbliga la legge, non mi obbliga l’università, ma c’è questa email…

Mi fanno saltare il libretto? Mi mettono sciolgono esame nell’acido? Mettono in un pilone 12 CFU?

Ma poi cosa vuol dire evitare conflittualità? È come se io leggessi un libro in pubblico ed uno dei comunisti che infettano abitano certe facoltà se la prendesse perchè è troppo capitalista, dunque io devo togliere quel libro sennò creo conflittualità.

Qualcuno dovrebbe andare alla facoltà di giurisprudenza, trovare un esperto di diritto americano e farsi spiegare l’Heckler’s veto e tutte le conseguenze morali e giuridiche di cose del genere, dove chi ha un diritto non dovrebbe poterlo esercitare perché qualcuno potrebbe prendersela.

Soprattutto, mandare un’email del genere rischia di essere un’arma a doppio taglio. Io, ad esempio, i miei corsi li ho praticamente finiti, quello che sto finendo ora è quasi tutto arretrato, registrato e quindi in università non ci vado spesso.

Ma sapete quanta voglia ho di andare giusto per fare un giretto, prendere un bel caffè nel mio baretto automatico che prima del Covid era il mio bellee, magari entrare a sentire una lezione a caso di qualche altra laurea, una cosa che a mio parere stimola la mente visto che ti permette di apprendere senza la pressione dell’esame, il tutto senza mascherina?

E se mi dicessero qualcosa, chi gli dice che io faccia parte della comunità accademica? Mi pare che le lezioni universitarie siano pubbliche, io potrei essere anche un tizio a caso dalla strada che vuole giusto sentire un po’ di informatica o di psicologia e manco sapere chi sia il rettore.

In ogni caso, uno di questi giorni, al bar in università ci vado e vediamo questa raccomandazione quanto vale.

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