E niente, mi alzo alla buon’ora (delle 10:30) – dopo sarei andato al ristorante – e mi preparo a votare, vado alle urne intorno a mezzogiorno, nessuna fila, mi ferma una ragazza, probabilmente più giovane di me, che mi dice che c’è fila (due persone, una col mio stesso cognome, indovinate chi erano…) che prova a spiegarmi la storia del tagliando, non le viene il termine “scheda elettorale”, glielo devo dire io e finisce che due frasi gliele completo io, rinuncia dunque alla spiegazione, è quasi soddisfatta del fatto che io sia edotto, becco come scrutatori il mio vicino di casa e un mio amico delle elementari e medie (che non avevo riconosciuto!), voto, esco, mi ferma una sondaggista della RAI che mi chiede di fare l’exit poll, lo faccio, e mi dirigo verso l’angusta locanda del Sol levante.
In tutto ciò, oltre all’ironia di un’operatrice del seggio che non si ricorda il termine “scheda elettorale” e alla fortuna di essere cercato per la prima volta per un sondaggio (ne ho fatti alcuni online, ma non son mai stato contatatto, ad esempio), pensavo al fatto che in un certo senso sono uno di quelli che ha cambiato idea: infatti negli ultimi sondaggi ho sempre espresso la mia tendenza generale, ossia Fratelli d’Italia. Alla fine, con la valutazione specifica dei candidati uninominali, ho scelto Azione-Italia Viva alla Camera e Noi Moderati al Senato.
Comunque, ci rivediamo alle urne tra cinque, forse meno, anni.
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