È successo. È morta Elisabetta II.
Aveva 96 anni, non certamente un’età dove la morte ti stupisce, ma è arrivata così, quasi a ciel sereno, dopo i “problemi di salute” annunciati in mattinata, che io avevo “sminuito” dicendo agli amici di Ultim’ora “metteremo se muore”.
Forse gliel’ho gufata, visto che avevo preparato i messaggi per LI di Gorbaciov e della Regina lo stesso giorno, il primo ci ha lasciati qualche giorno fa, la Regina ha fatto seguito.
Fondamentalmente tutto il mondo sente questa cosa, dalle repubbliche alle monarchie, dai paesi filo-inglesi a quelli che con Londra han poco a che fare.
In un certo senso il vantaggio della monarchia, ossia la sua stabilità (non cambi presidente ogni tre per due, con conseguenti cambi di indirizzo politico) è anche il suo svantaggio, certi monarchi rimangono in carica così tanto che lo stato si inizia ad identificare con loro ed è difficile pensare a quel paese senza di lui o lei.
Ma nessuno è esente dalla triste mietitura, anche i più amati monarchi.
E se oggi tutto il mondo ha l’amaro in bocca è per questa ragione: Elisabetta, in un certo senso, È il Regno Unito. Ci son tanti presidenti che lasciano un buon ricordo e un’impronta per il proprio Paese, ma è molto difficile che arrivino a lasciare l’impronta che lascia un monarca nella storia di un Paese.
Soprattutto, più tempo stanno sul trono, più diventano iconici. Il presidente sai che dopo una decina d’anni va in pensione, mentre il monarca può stare sul trono per venti, trenta, cinquanta o settant’anni, passando più ere, influenzando con il proprio stile di governo più periodi storici.
E così, la transizione è sempre difficile. Va via un presidente? Pace amen. Muore un presidente? Qualche giorno di lutto e via. Ma se muore un monarca, specie di così lungo corso, si porta via un pezzo di Paese con lui.
Chiunque abbia vissuto Elisabetta, nei fatti, penserà sempre a lei quando si parlerà di Regno Unito, oggi, domani e tra cent’anni. L’era di Elisabetta finirà quando tutti i quindicenni di oggi saranno morti e, con loro, il ricordo della monarca.