Un tizio posta, per sfottere, un post in cui si dice una roba tipo “studiare humanities è inutile” ripetuto tre o quattro volte e, infine “come mai è tornato il nazismo”.
Io faccio notare che Adolfo era un socialista humanities.
Facebook mi banna per tre giorni. Senza appello, perché “un loro operatore ha già bla bla bla”.
Poi, quando gli faccio notare che la decisione non ha senso ricontrollano.
Ban confermato. In pochi minuti. Chissà che controllo.
Siccome la frase che ho scritto, molto breve, esprimeva banalmente due verità (Hitler era socialista, per quanto un socialista molto strano, e proveniva da un contesto umanistico, più precisamente artistico) l’unica possibilità è che su Facebook siano vietati i nomi Adolf e Adolfo.
Guai a voi se dite, ad esempio, di approvare un certo politico dicendo “grande Adolfo” invitando a votarlo alle prossime elezioni, ban immediato se parlate bene del grande fautore della transizione democratica Adolfo, inaccettabile qualsiasi trattazione storica dell’arte di uno dei padri della disciplina in Italia. E se un vostro amico si chiama Adolfo guai a fargli gli auguri di compleanno! “Tanti auguri Adolfo” ed è subito ban.
Soprattutto, se vivete qui Zuckerberg è già in viaggio con la trinciafili, pronto a tagliarvi internet.
A questo punto sono sempre più orientato alla definitiva sospensione dell’account Facebook. Il problema non sono tanto i falsi positivi, quanto l’assenza totale di un sistema di revisione che permetta di annullare rapidamente questi ban idioti.
Utilizzare seriamente una piattaforma del genere è impossibile, banalmente. Ti scappa un “benito” invece di “benino” e vieni bannato per un mese, senza appello.
Sicuramente ora terrò il profilo disattivato per quei 3 giorni, più magari altri due o tre per buona misura.
Ma ammetto che, se ricapitasse, sarebbe la volta buona che disattivo per sempre. Anche perché sarebbero sette giorni, quindi:
- Faccio in tempo a “disintossicarmi”
- Il ban successivo sarebbe di 30 giorni, ossia uno stronca-profilo
Sono a tanto così dal chiudere un’esperienza che dura quasi da tredici anni.
Chissà come mai Meta sta finendo male…
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