Comunque, da qualche tempo, ho in casa una macchinetta del caffè a capsule, che mi è stata prestata da una parente che preferisce un altro sistema e l’ha dunque sostituita.
Oltre al caffè c’è disponibilità di varie bevande, dalle più normali (come il cappuccino) alle più strane (roba al caramello), di varie marche e a vari costi.
Ora, sono deliziose? No, assolutamente no. Il caffè che trovo a prezzi umani (mi rifiuto di spendere 30 centesimi a capsula, spendendo più per una scatola che per 1 kg di caffè buono in offerta) è sicuramente palatabile ma ben lungi dall’essere buono.
Così come le bevande, il cappuccino fatto con l’AeroPress e la pseudo-French Press è buono, quello fatto con le capsule è meglio di niente. Così come penso che sarei in grado di fare un cortado o una bevanda particolare molto meglio di una capsula.
Ma per un caffè del mattino, quando sei di fretta, mezzo rincoglionito? O magari se sei di corsa, devi uscire e vuoi una cosa veloce? Ottima scelta, buon compromesso tra gusto e praticità.
Il problema, appunto, è il costo. O le trovi a poco o spendi davvero una cifra indecente, roba del tipo che c’era il caffè Lavazza per macchinetta a 7€ per trenta capsule mentre un kg di caffè macinato lo pagavi 5€ e spicci. Contate che la classica – per dimensioni – Moka ha circa 20 grammi di caffè e un’Aeropress con 10 grammi una tazzina la fa, fate voi i conti…
Ma, appunto, anche con le capsule più economiche che si trovano, anche senza rapportare il peso al grammo, si spende di più. Ma, appunto, la comodità c’è.
Magari se devo fare un dolce o una bevanda dove il caffè che ci metti conta tiro fuori la Moka o l’AeroPress, ma se lo bevo tanto per, francamente, quello della macchinetta male non è.
Pingback: Sulle capsule riutilizzabili – Sciking's Place