Avevo già parlato del tema qualche tempo fa giungendo alla conclusione che, in linea di massima, oggi non ci sia un particolare problema di omicidi passionali in alcuna parte d’Italia e, tra l’altro, i dati sembrano anche mostrare che in generale l’Europa, specie quella centro-occidentale, abbiano tassi fondamentalmente paragonabili.
In sostanza, se anche in alcune zone c’è un temperamento più passionale, non si traduce in un eccesso di omicidi. D’altronde, anche logicamente, non è che se uno è geloso allora matematicamente spara al partner…
Comunque, se il tuo primo pensiero è questo:
E lo pubblichi su un giornale nazionale, secondo me qualche problema c’è.
Cioè, un delitto commesso da una persona con un cognome palesemente meridionale, con cognome materno sardo, con vittima una donna nata a Napoli è oggettivamente una pessima base di partenza per qualsiasi considerazione del genere.
Un background del genere sarebbe ragione di esclusione da vari tipi di studi scientifici in campi come la genetica e la linguistica, come possiamo dire, dunque, che un singolo caso del genere possa rappresentare un qualcosa?
Soprattutto, quando abbiamo dati abbastanza chiari che mostrano che, in Europa centro-occidentale, tutto sommato, non esiste un territorio in emergenza femminicidi quando rapportiamo alla popolazione, a che serve questa retorica che, in tutta onestà, ricorda la fallimentare retorica del “la mafia c’è anche al Nord/in Germania/altro paese europeo” dopo un delitto di mafia, come se essa si fosse materializzata magicamente.
Ecco, invece di discutere dei dati che ho detto, si discute dell’origine dell’assassino. Giusto per dimostrare quanto ho detto.