Si parla tanto di rapporti sessuali contro natura, tra chi come Kinsey sosteneva che il rapporto contro natura è solo quello che non si può fare (se riuscite a incularvi un gatto, quindi…) e chi invece ha una visione quasi dogmatica sul tema, e ho voluto formare una mia opinione.
Mi sono chiesto quale sia la natura di un atto sessuale, e per atto sessuale, ovviamente, si intende quello vaginale, che in natura avviene senza protezione. E potremmo dire che esso ha tre elementi importanti:
- Riproduttivo: un rapporto sessuale naturale può portare ad una gravidanza
- Ricreativo: un rapporto sessuale naturale è gradito da chi vi prende parte, il che è ovviamente conveniente a livello evolutivo
- Unitivo: le parti in un rapporto sessuale sviluppano, per ragioni ormonali e psicologiche, un forte legame
Per quanto genericamente la filosofia abbia analizzato soprattutto il primo fattore direi che tutti contano nel definire la naturalità di un rapporto sessuale, che forse non è così binaria come spesso pare.
Ma prima di tutto: cosa vuol dire per un rapporto sessuale essere innaturale? Che viene giù il Signore con la pioggia di zolfo per punire chi lo pratica? No, anche perché comunque sappiamo tutti che anche religiosamente parlando il peggiore dei castighi divini è il “Fate”.
Semplicemente, andando fuori dal modo naturale c’è sempre il rischio che qualcosa vada storto.
Parlando di riproduzione, si può dire che un rapporto è innaturale se non ha potenziale riproduttivo. Ciò può avvenire in due modi:
- Rapporto potenzialmente naturale che viene impedito nella capacità riproduttiva (contraccezione e coito interrotto, ad esempio)
- Rapporto incapace di generare (come l’atto anale)
Nel primo caso, c’è sempre la possibilità che la contraccezione fallisca, rendendo l’atto generativo, oppure che nonostante il salto della quaglia dello sperma raggiunga l’ovulo. In sostanza, si può provare a interrompere il flusso della natura, ma non è certo che ci si riesca.
Nel secondo caso, banalmente la parte non è pensata allo scopo. L’ano è ben più pericoloso per la trasmissione di IST rispetto alla vagina, e l’aumento di sesso anale è correlato all’aumento di incontinenza fecale, inoltre, generalmente, l’atto anale richiede decisamente più cura rispetto a quello vaginale, proprio perché la natura umana non ha pensato l’ano come vagina secondaria. In sostanza, il pericolo non è tanto trovarsi sotto il fuoco infernale mandato dall’Altissimo, quanto trovarsi le mutande sporche e non capire il perché…
Tradizionalmente, dato che la riproduzione è la ragion d’essere del rapporto sessuale, si è data tanta enfasi a questo aspetto, ma si può dire tanto anche delle altre due caratteristiche.
Parliamo di ricreatività: il fatto che l’uomo sia attratto dal sesso perché gradevole sicuramente è un indice della naturalità del consenso, nessuno vuole prendere parte ad un atto sessuale sgradito, è necessario costringerlo. Se alcuni filosofi ritenevano lo stupro atto sessuale non innaturale, secondo me con questo metro è possibile considerarlo tranquillamente contronatura.
E infine, unitvità. Nella natura dell’uomo, avere rapporti sessuali crea un legame piuttosto forte. Si può dire che, da un punto di vista meramente animalesco, l’uomo non è strettamente monogamo, ma la promiscuità va decisamente contro questo principio di unione dei due coenti. Infatti i risultati si vedono, essa è correlata a peggioramenti praticamente in qualsiasi indice possibile.
Sicuramente, nell’era del sesso libero e dell’autodeterminazione sessuale che dovrebbe essere suprema nei confronti di qualsiasi interesse è impopolare dirlo ma sì, esistono rapporti sessuali contronatura. Ma, generalmente, potremmo dire che le conseguenze arrivano abbastanza direttamente e se, fatti responsabilmente e con coscienza, possono avere rischi che la persona media riterrebbe accettabili rispetto alle alternative del rapporto naturale o dell’astinenza.
Parimenti, esistono atti difficili da definire, dove la palla passa più spiccatamente all’etica e, perché no, alla religione.
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