Stavo già scrivendo questo articolo ma lo modifico approfittandone per commentare le parole del Papa sul tema: da un punto di vista secolare non c’è nulla di sbagliato nella contraccezione. Che una persona voglia ridurre le probabilità che i suoi atti sessuali risultino in una gravidanza è veramente solo affare suo. Non sta andando contro la natura della sessualità, sta solo provando a favorire alcuni aspetti e a sfavorirne altri.
Certo, ci sono esternalità negative: i preservativi sono ovviamente usa e getta ma inquinano molto e a volte sono anche ricchi di PFAS e altre sostanze indesiderate, così come gli ormoni artificiali delle pillole contraccettive fanno danni ambientali rilevanti. Ma come ci ha insegnato l’UE basta la giusta combinazione di tasse e regolamentazioni per gestire l’impatto ambientale, non serve vietare.
Il problema è quando l’intera società si distacca così tanto dalla realtà di ciò che è il sesso da pretendere che gli atti siano sterili senza sterilizzarsi, o meglio, ritiene che la caratteristica riproduttiva della sessualità non sia una parte essenziale del sesso, per quanto attenuabile, ma sia un fastidio che tutti hanno il diritto di evitare.
Così senti frasi pronunciate da persone che si credono veramente furbe nel dirle del tipo “ma come si fa a essere contro l’aborto? E se si rompe il preservativo?” o donne che dicono allegramente che loro un figlio proprio mai lo vorranno e che se fallisce la contraccezione abortiscono. E ti guardano pure sbigottiti come se avessi bestemmiato in piazza San Pietro mentre il Sommo Pontefice innalza la Particola dopo aver pronunciato le parole della Consacrazione quando rispondi ai primi “dovevi pensarci prima di coire, se proprio vuoi zero rischi fai una vasectomia” e alle seconde con “e allora legati le tube o fatti un’isterectomia”.
Cattive e piccate, lo ammetto, ma ogni tanto far cadere qualcuno dal pero è un’ottima sveglia. Perché, come già accennavo, la pretesa che un atto sessuale la cui naturale tendenza è la generazione di nuova vita sia sterile è una pretesa ridicola e, anzi, pericolosa, sia nei casi individuali, dato che porta all’aborto, sia in termini sociali, dato che porta ad una sessualità disordinata che pesa sulla sanità in vari modi.
Non si può negare che le leggi sull’aborto, per quanto pensate con le migliori intenzioni in un’epoca in cui la donna era generalmente forzata all’atto sessuale, siano state un importantissimo catalizzatore di questa visione, dato che hanno offerto sempre la scappatoia, evitando che chi giocasse al gioco del sesso vincesse il premio del sesso. E infatti siamo passati dall’aborto male necessario a cui nessuno deve contribuire se non se la sente all’aborto diritto all’aborto super diritto costituzionale che tutti devono praticare e i medici che si rifiutano non solo devono essere radiati ma anche picchiati e uccisi (ma, dato che si tratta di un delirio di onnipotenza vaCinofallico – ammettete che questa non ve la aspettavate! – appena costretti dallo stato possono smanettare senza problemi nei loro uteri!), perché è l’unico modo di sostenerlo più diventa chiaro che è la pillola degli X giorni dopo.
Solo appellandosi dunque a un vuoto “il mio corpo, la mia scelta” si può sostenere. Peccato che, appunto, invece di prendere una decisione sul proprio corpo e rendersi incapaci di procreare decidono di un altro corpo.
E solo negando la semplice realtà che il sesso porta a gravidanze, una cosa che fino a poche decine di anni fa avrebbe portato dritti dritti al manicomio, possono farsi delle teologie alternative per cui si può in qualche modo acconsentire ad un atto sessuale vaginale senza acconsentire a una gravidanza. Peccato che essi siano ciò che l’impero austriaco non è stato: Indivisibiliter ac inseparabiliter. Ma ne parleremo meglio più avanti.
La società contraccettiva è una società che non è che non conosce la realtà, la nega per edonismo. Una società che ripete vuoti slogan pretendendo che diventino verità, pur negando l’esistenza di una verità oggettiva. È una società nemmeno bestiale, perché è peggio delle bestie, che quantomeno coiscono per portare avanti la specie: è l’esempio migliore della decadenza dell’uomo.
Parlare di gravidanza come se fosse un castigo, un fastidio, un qualcosa da evitare, cercare la sessualità libera dalle responsabilità giusto per potersi divertire sempre di più, in un misto tra bulimia e dipendenza sessuale. Il problema è che nessuno se la sente di dire chiaramente cos’è questa situazione: un qualcosa di malato.
E le parole del Papa? Non ha aperto alla contraccezione, che è e rimane peccato grave. Semplicemente, dato che Francesco ha ben chiara la differenza tra peccato e reato, si rende conto che la contraccezione è peccato ma, non danneggiando un bene giuridico, è bene che non sia reato. Per l’aborto, per quanto piaccia fingere a chi moralità non ne ha che opporsi ad esso sia solo un dogma cristiano, invece il danneggiato c’è eccome.