Tanta gente critica come ipocriti gli antiabortisti che poi sostengono la pena capitale, non rendendosi conto che in realtà spesso mostrano la propria ipocrisia.
La stragrande maggioranza dei provita nel mondo sostengono che nessuno debba arrogarsi il diritto di togliere una vita INNOCENTE. In sostanza, sparare a un tizio per strada a caso è ovviamente sbagliato, sparare a un ladro che ti entra in casa no. Se è faticoso capirlo con la vita pensate alla libertà: se prendete un tizio a caso in strada e lo chiudete in una stanza state commettendo ovviamente un grave reato, ma se prendete un tizio che ha appena ucciso una persona e fate la stessa cosa state compiendo un atto che va dal lecito al doveroso, a seconda della giurisdizione e del vostro status personale.
Per quanto riguarda una vita colpevole, le sensibilità variano, ma non si può negare che vi sia una netta differenza: solo un pacifista estremo negherebbe che sia giusto uccidere per autodifesa chi ti vuole uccidere, così come solo un pazzo negherebbe che sia sbagliato andare in strada ad accoltellare la gente.
E qui cade la stragrande degli abortisti, specie in Europa: con una cieca venerazione dell’aborto come diritto ultrafondamentale, più importante della libera espressione o della libera circolazione, ma anche con una cieca opposizione alla pena capitale. Ma nel momento in cui la società decide che va bene uccidere un innocente perché non lo si vuole, anche magari per ragioni futili come il non aver usato la contraccezione, come si fa a negare alla società stessa di uccidere un colpevole di orribili reati?
Vogliamo forse dire che una persona colpevole di essere stata concepita a causa della disattenzione, o forse della scarsa conoscenza della morale sessuale, merita di vivere meno di chi ha ucciso e sciolto nell’acido bambini o ha ucciso il primo passante con una coltellata al cuore perché gli andava? E non iniziamo con la cantilena stile “non sono personeeeeh”, si può dire lo stesso di quei criminali che, scegliendo – questo loro volontariamente – di compiere certi atti si pongono al di sotto delle bestie rabide.
Se siete in una società abortista e la sostenete non potete guardare storto chi sostiene la pena di morte, perché siete peggio di lui in quanto a sacralità della vita umana. Non potete fare i catto-illuministi come Beccaria, che definiva l’infanticidio, che ricordiamo è moralmente indistinguibile dall’aborto, come un delitto, seppur più che prevenire che da punire: per voi è un diritto e prevenirlo è un attentato alla libertà di scelta e di autodeterminazione della persona.
Non significa che siate tenuti a sostenerla, ovviamente, potreste avere un altro tipo di opposizione filosofica ad essa. Oppure potreste avere un’opposizione pragmatica, à la “in principio non è sbagliata, ma”, che è un po’ la mia posizione: in una società veramente civile i casi da pena di morte sono così rari che è più il guaio ad averla, così come ci sono pensieri di timore verso il sistema giudiziario, condivisibili, ma bisogna anche ricordarsi che se il sistema non ha l’autorità di mettervi a morte può comunque mettervi a vita in una topaia in condizioni malsane e legandovi come salami ogni qual volta dobbiate cambiare palazzina, insomma…
Ma almeno la si smetta di pensare con pene e vagina e si usi la testa: se è lecito e accettato l’aborto come si fa a liquidare come barbaro chi vuole la pena capitale?