La Chiesa cattolica non è un’organizzazione eccezionale: anzi, per parafrasare un cardinale, con tutto l’impegno che ci ha messo il clero a smantellarla il fatto che resista è indice che davvero è assistita dal Signore.
Per questo capita che abbia opinioni che nel campo politico non sono granché. Un esempio, ma ne parleremo meglio in un futuro articolo, è secondo me l’eutanasia, di cui non sono un grande fan ma ricade secondo me nel campo delle cose che lo Stato dovrebbe regolare, e anche strettamente, e non proibire, anzi, è assurdo che ci sia un via libera sostanzialmente generalizzato all’aborto, che è soppressione di altra vita con potenzialmente decenni da vivere, e ci sia tutto questo tabù sul porre fine volontariamente alla propria vita se si passano gli ultimi mesi tra atroci sofferenze, onestamente se ci fosse una proposta nel mondo ideale per abolire l’aborto volontario e mettere l’eutanasia regolamentata la firmerei subito…
In ogni caso, sull’eutanasia si è nel dibattito, magari anche animato, ma sempre dibattito. Questo cambia quando si parla di sesso.
Lì si passa all’odio puro, irrazionale, quello che porta gente che si dichiara “razionalista” ad abbandonare il metodo storico e i dati, ad abbracciare qualsiasi fallacia e falsità: nemmeno per ciò che viene proposto, quanto per l’idea stessa di morale sessuale, ossia che il sesso non sia solamente un trastullo edonistico da fare a piacimento sino a – tra l’altro impossibile – soddisfazione dei propri animaleschi bisogni ma un qualcosa che ha un suo significato, una sua ragion d’essere e dunque un uso corretto e uno scorretto.
Così, da dibattiti sul giusto e sull’errato, sui limiti della legge, sulla sacralità della vita contro la libertà di disporre del proprio corpo e grandi domande a cui la scienza non può dar risposta, lasciandoci all’etica, si arriva alle grida, alle minacce, agli slogan, molto spesso violenti, alle urla e ai deliri.
Alla fine, è normale: come faceva anche notare C.S. Lewis l’appetito sessuale è quasi senza limiti, se un uomo normale può per golosità mangiare come due o tre dovrebbero, nel caso del sesso buona fortuna. Trovo particolarmente calzante il suo paragone col cibo anche nel campo della pubblica esposizione: una società dove uno spettacolo in cui viene mostrato un prosciutto e centinaia di persone vanno lì a sbavare è palesemente malata, però uno spogliarello fa pienone.
Le conseguenze dell’appetito sessuale sono tante e spesso importanti quando viene interpreato in modo disordinato: malattie anche gravi, figli da mantenere, disagio psicologico… Viene naturale, specie nella nostra epoca statalista, chiedere aiuto a mamma Stato che, con la sua coercizione, può pagare terapie preventive e curative, ammazzarci i figli zittendo chi ci fa notare che non è proprio etico e magari anche obbligando tutti i medici ad unirsi alla festa, per non parlare di test e vaccini a tappeto.
Conseguenze gravi che non si vogliono subire e nessuna motivazione razionale a favore dei propri vizi disordinati non possono che portare a odio, anche se tale odio si tramuta nella totale distruzione di ogni valore su cui si fonda la civiltà.
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