Quindi una sciora ha battuto sul tempo tutte le pagine di black humor dicendo, nel caso del bambino rimasto ucciso in un carrello di un aereo, che dovrebbe chiedere il rimborso del biglietto. Sinceramente, mi ha fatto ridere.
E scommetto che se a morire fosse stato un adulto, magari bianco e non migrante, avrebbero riso molti di più.
Ma pare che in Italia ci sia un’epidemia di persone rimaste traumatizzate dal catechismo e per cui una battuta sia espressione del famoso “odio sovranista”™
Rilassatevi, Cristo. Qualche anno fa, circa sette, una pagina su facebook commentò un incidente che uccise una quarantina di persone, in prevalenza meridionali con “quaranta morti tra cui nessun italiano”.
La cosa finì in Parlamento e, indovinate un po’… Presero tutti per il culo chi fece l’interrogazione. Ora invece si spaccia una battuta per un clima d’odio.
Sembra una cinica riedizione della barzelletta, che oggi sarebbe vietatissima, di Bossi che va dal Papa a chiedere il permesso di ammazzare cento teroni e un francese, quando il Papa gli chiede “ma perché un francese” il Bossi gli risponde “visto santità, anche a lei non frega niente dei cento teroni”.
Ma anche la supercazzola brematurata della signora per giustificarsi è ridicola: Ha fatto una battuta, stop, non deve giustificarsi con nessuno. Se certa gente ha la passerina in fiamme e se vede l’accoppiata “notizia tragica sui migranti” e “cosa che fa ridere” inizia ad urlare perché ha i flashback da SPTS di salvini al Viminale vada da uno psicologo e non rompa le gonadi a chi ha un umorismo questionabile.