Il Paese dei lavapiatti

di | 21 Febbraio 2020

Ehi, pstttt, lo vuoi sapere un segreto? Dopo la fine del periodo transitorio della Brexit gli italiani potranno ancora andare a lavorare nel Paese.

Eh sì, mica che tutti gli italiani sono lavapiatti. Ci sono italiani qualificati, che parlano inglese e che vanno a fare lavori utili che il governo inglese sarà ben felice di accogliere.

Ecco, io penso che dipingere la Brexit come tragedia “perché dove andranno i nostri figli a fare i lavapiatti a imparare l’inglese AAAAAAA” sia ridicolo.

Se non sono particolarmente qualificati ma sanno fare un lavoro potrebbero andare a Dublino o a Malta. Anche lì parlano inglese, mica che devono imparare il gaelico o il maltese.

E se volete fare i lavapiatti ne è piena la Germania o la Cechia di posti di lavoro del genere. E magari imparate anche una lingua che difficilmente riuscireste a imparare da casa come l’inglese.

Ma, poi, soprattutto: che cazzo di logica è quella del “cattivi loro che non accolgono i lavapiatti”? Davvero vogliamo essere il paese povero che esporta i lavoratori non qualificati nei Paesi ricchi?

Non è assurdo che mentre altri Paesi mandano all’estero ingegneri, contabili, inventori, manovali qualificati e simili noi ci preoccupiamo per i nostri lavapiatti? Siamo davvero così messi male?

Ma in effetti, se dopo 13 anni di scuola dell’obbligo con due o tre ore di inglese ogni anno ancora non lo parli sufficientemente bene tanto da dover andare a Londra per impararlo, beh, ho capito perché l’export italiano è in lavapiatti.

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