Conflitto d’interessi

di | 20 Giugno 2021

La cosa che più mi fa ridere della proposta del reddito di eccellenza, ossia 1’000€ ad ogni giovane della Bassitalia che si laurea bene, è che ha una conseguenza inattesa non da poco.

Pensateci, in Bassitalia se siete laureati avete generalmente due possibilità:

  • Laurea utile e competenza: si sale al Nord a lavorare
  • Laurea inutile (purtroppo alcune sono anche impegnative ma se non c’è domanda…) e/o incompetenza: si fa il concorsone per la scuola

Tralasciamo i primi, dato che producono ricchezza e quindi interessano ai politici solo quando si può passare alla mungitura, i secondi sono particolarmente importanti.

A differenza del resto d’Europa (vabbè, tranne Francia e Spagna…), dove per lavorare nella scuola si manda il curriculum ad una scuola o a un distretto scolastico e se si hanno dei requisiti si viene assunti dopo un colloquio, in Italia ci si incula da soli con un complicato sistema di specchi, leve, concorsoni, graduatorie, messe a disposizioni e supplenze, col risultato che c’è troppa gente che lavora nella scuola ma non è mai al posto giusto, lasciando buchi ovunque.

Ed è così che le private che spendono 5’000€ ad alunno hanno i prof a partire dal primo giorno mentre alla statale, che ne spende 8’000€, potreste cambiare tre prof in un anno della stessa materia, ma tralasciamo.

In sostanza, nonostante la gente che vuole lavorare nella scuola ci sta (e sia fin troppa), la programmazione economica del MI (fu MIUR) fa schifo e bisogna arrabattarsi con supplenze, graduatorie e simili.

Ma se sei incompetente o hai un’utilissima laurea in filosofia delle onde radio e il generoso Stato, dopo aver bastonato il Brambilla che ha poi deciso di chiudere e di trasferire l’azienda a Pardubice, ti manda il vaglia da 1’000€ al mese per due anni aspetterai appunto due anni prima di mandare la richiesta per insegnare la tua versione creativa della lingua italiana in qualche paese sperduto a 450 km da casa.

Aggravando ulteriormente il problema del personale scolastico.

Ma, siccome “lo Stato amico siamo noi”, non è che a Roma capiranno che assumere nazionalmente è una cazzata, diranno che per gestire l’emergenza del non avere insegnanti è necessario un nuovo concorsone e inserire il reddito di insegnanza, di 2’000€ al mese, per chi sceglie di fare il docente così che sia concorrenziale rispetto al reddito di eccellenza.

Nel mentre, con tutti questi ostacoli all’insegnamento, chi può andrà a lavorare nel privato e solo i peggiori, quelli che solo lo Stato assumerebbe, insegneranno ai nostri figli. Siamo in ottime mani, se l’obiettivo è il declino

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *