Oggi mi arriva l’AeroPress, quindi aspettatevi vari post sul caffè nelle prossime settimane. In ogni caso, oggi posso comunicarvi i risultati di alcuni esperimenti fatti ieri a tema caffè, sia in senso di cose da fare che da non fare.
Il caffè migliore che mi sia uscito
Ieri sera, infatti, ho fatto un caffè con la Moka. Variabili non eccezionali, caffè Lavazza decente già macinato, ma è venuto molto buono. Qualcuno mi ha addirittura chiesto se ci avessi messo del cioccolato, perché aveva una nota quasi dolce.
Prevedibilmente, è venuto abbastanza amaro, io ho dovuto metterci un poco di zucchero dopo per godermelo appieno (ma lo faccio pure con l’espresso al bar), ma buono.
Cosa ho fatto? Nessun voodoo, per quanto possano essere interessanti come ricette, ho semplicemente:
- Scaldato l’acqua nella caldaia senza mettere il filtro e il pezzo sopra fino a 80 gradi
- Montato la moka e messa a fuoco basso
- Atteso che uscisse, la temperatura dell’aria all’uscita era a 66º, che è circa l’ideale. Si, potete infilare un termometro nel buchino della Moka.
Ed era appunto buono, non bruciato e ben estratto, si poteva in teoria fermare prima per avere un caffè concentrato, ma mi servivano tre tazze quindi ho lasciato fare.
Con il voodoo probabilmente otterrei un caffè migliore? Si.
Ma prima di tutto è uno sbattimento, secondo uso caffè già macinato, quindi un po’ è già degradato, quindi davvero lo sforzo maggiore vale la resa? Non penso…
In ogni caso, se volete una ricetta buona senza sbattimenti perché il vostro caffè vi sa di bruciato, provate così.
Come fare un caffè imbevibile
Poi, ho provato un altro metodo. Ma con un caveat: sapevo che sarebbe fallito. Per quello ho usato un normale caffè del supermercato, palatabile, ma non avevo voglia di buttare quello buono.
Il metodo era quello “dei nonni”, ossia provare ad emulare male una macchina dell’espresso compattando il caffè “come al bar” (MAI DIRE QUESTA FORMULA MALEDETTA) e facendo poi dei buchini per far passare l’acqua.
La mia previsione era questa:
- L’acqua avrebbe avuto difficoltà a passare dal caffè compattato
- Così, sarebbe passata per i buchini
- Creando un caffè molto debole e imbevibile
Il risultato è stato purtroppo quello, un qualcosa che non ho neanche potuto elaborare visto che faceva così schifo da averlo sputato subito nella tazza.
Siccome non sono James Hoffmann che ad assaggiare roba schifosa ci guadagna, ho lasciato perdere.
A quanto pare, l’idea di compattare il caffè nasce dalla napoletana, dove comunque è pratica sconsigliata, ma suppongo che per il tipo d’estrazione faccia meno danno, così come l’idea dei buchini.
Ora, io non so cosa sia tradizione da voi, ma se usate la Moka e fate questa roba qui, per favore, fatevi offrire un caffè da qualcuno e provate cosa sia un vero caffè…
La tradizione non è sempre bene, d’altronde era tradizione fare la polenta nei paioli di rame che ti avvelenavano, ti facevano diventare scemo e poi finivi a fare il caffè così.