Mi fa anche ridere che in questo articolo sembra che quei genitori abbiano commesso chissà che reato e che rischino di andare dentro, come quel “denunciati a piede libero” fa quasi intuire, come se esistessero altre opzioni.
In verità, l’illecito in questione, posto che ci sia, è punito con 30.
Mesi? Giorni? No, nemmeno, Euro.
L’ammenda massima è di 30 Euro.
Probabilmente, è stata messa quando la somma equivalente in Lire era un qualcosa di importante, visto che serviva per dire ai campagnoli che “non vi conviene non mandare a scuola i vostri figli per farli lavorare nei campi, visto che c’è l’ammenda”.
La scuola italiana, si sa, è vecchia, e se non bastasse la struttura immutata dai tempi di Gentile, coi licei scuole maestre e tutto il resto roba per fanigottoni, possiamo vedere anche esempi del genere.
Ora, mettiamo che c’è un genitore che non manda a scuola i figli e proprio non vuole istruirli: secondo voi è più opportuna una sanzione di 30€ o un intervento dei servizi sociali per capire se ci sono problemi e risolverli?
Oppure, in un caso come quello dei genitori impauriti, si poteva far intervenire la scuola stessa, dando loro le informazioni sul come istruirli a casa, avviando la procedura burocratica necessaria. Certo, si perde la comodità della promozione automatica, garantita a elementari e medie, ma si fa tutto regolarmente.
Ma, d’altronde, se puoi evitare la trafila pagando 30€, la voglia ti viene…
Scherzi a parte, tenete pure l’illecito, magari adeguate la sanzione aggiungendo uno zero, ma farlo senza una riforma dell’istruzione stessa, rendendola più vicina agli alunni e alle loro necessità, e senza una riforma dei servizi sociali è francamente idiota