Mi fa ridere che, quando si parla di latino a scuola, vi siano essenzialmente due scuole di pensiero, una più carica di puttanate dell’altra:
- Il latino non serve a un cazzo
- Il latino è utilissimo perché ti dà la forma mentis ™ che ti rende cittadino ti permette di capire il mondo la realtà le tue radici è una competenza fondamentale dovremmo metterlo sin dall’asilo infantile sennò la gente non sviluppa il pensiero critico gne gne gne
Partiamo dalla posizione più puttanistiche, quindi dalla seconda.
Il latino non è essenziale. Si può vivere senza saperlo, si vive bene tra l’altro, e non serve nemmeno “per sapere meglio l’italiano”: paradossalmente, valutando che l’italiano l’ha essenzialmente fatto un madrelingua lombardo che ha introdotto vari lombardismi nel toscano, vi conviene fare un corso di milanese per capire meglio l’italiano, rispetto a un corso di latino.
Parimenti, qualcuno dice che “il latino ti aiuta a pensare perché ha i casi”. Anche il ceco, quindi ti insegna a pensare? Vedendo il debito pubblico paragonato a quello italiano sembra una tesi sensata, ma la cosa resta: al massimo devi pensare un attimo in più, e tutto ciò quando non sei uno che parla spesso, visto che se una lingua la sai non stai a pensare a che caso usare: lo usi.
Che poi, in generale, questa “elasticità cerebrale” si può ottenere in molti altri modi: un corso di programmazione e logica in un contesto bilingue, ad esempio. Ebbene sì, riconoscere le lingue regionali e utilizzarle nelle scuole come lingua veicolare sarebbe ben più efficiente del latino, ma vabbè.
Studiare latino non dà alcuna particolare forma mentis, vuol dire solo sapere una lingua in più, per di più in un modo molto “logico” e non effettivo.
E quindi è inutile, per rispondere ai secondi? Ovviamente dipende!
Se lavorate nella linguistica, nei beni culturali, nell’archivistica e simili è utile! A me capita abbastanza spesso di chiedere a gente che ha fatto latino consiglio per alcune cose relative a linguistica e beni culturali, e sanno darmi le risposte che cerco proprio perché hanno studiato questa lingua.
Mettiamola così: sistemi e reti è utile? Se fai informatica sì! D’altronde, anche se non andrai a fare il sistemista è opportuno che tu sappia le basi delle reti, visto che un programmatore che magari sviluppa un applicativo accessibile via internet che non sa che esiste Telnet e che può essere usato ovunque non è che stia preparando un programma esente da rischi…
Ma all’istituto alberghiero? È perfettamente inutile! Nulla di ciò che impari a sistemi e reti può esserti utile nella tua vita lavorativa.
E quindi, perché nessuno si chiede “a cosa MI serve il latino?” e si risponde in modo coerente?
Vuoi lavorare come studioso delle lingue romanze? Ti farà davvero comodo!
Vuoi andare a fare chìmica all’università? Non ti conviene fare l’Istituto tecnico?
Probabilmente, per la logica gentiliana. Se tutte le altre competenze vengono ritenute giustamente circoscritte alla propria competenza, siamo ancora dietro all’idea che le competenze umanistiche sono invece quelle necessarie per l’elite, per chi deve guidare l’arché democratica del paese, e i risultati sono davanti agli occhi di tutti:
Ironie a parte, invece di rispondere con “non serve a un cazzo” o ripetere la parte del volantino del vostro liceo sul perchè il latino è Bibbia e chi non lo studia è un servo inferiore: chiedetevi “a cosa serve A ME”.
Se c’è una risposta utile, ben venga: studiare il latino mica uccide.
Se la risposta è quella che vi hanno infilato su per il culo dalla prima superiore, forse non state facendo il liceo per voi, ma per qualcosa d’altro: la soddisfazione dei docenti o dei genitori, lo status sociale o l’apparenza.
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